Union Brescia, 8mila spettatori e Di Molfetta non bastano: primo ko
Dalla quinta alla retro con testacoda. Benvenuti in serie C con dimostrazione pratica di cosa ci aspetta. Stecca l’Union Brescia, con l’aria pulita portata da 8.288 spettatori sporcata dal pensiero che contro la vecchia maledizione del «Rigamonti» ancora non è stato trovato un antidoto. Che brutto affare l’harakiri con l’Arzignano, capace di mettere a segno un ribaltone che a questo punto c’è da sperare faccia subito scuola in casa dei ragazzi di Diana. Cosa non si deve fare e cosa non deve accadere in questo campionato, lo abbiamo avuto molto chiaro e nitido ieri sera.
Ha vinto 2-1 – col getto di acqua gelata aperto al 90’ – l’Arzignano, ma soprattutto ha perso l’Union Brescia. Col peccato mortale che è stato quello di approcciare piuttosto male il secondo tempo mettendosi in modalità gestionale appoggiandosi su un gol di vantaggio peraltro fatto maturare con tantissima fatica alla fine del primo tempo e arrivato da una prodezza (riduttivo) di Di Molfetta che al 41’ ha fatto impazzire lo stadio con un destro a giro dai 25 metri. Una grande bellezza che l’Mvp Minesso, dall’altra parte, ha raddoppiato con il gol del pareggio al volo - su assist sempre al volo di Mattioli - al 20’ della ripresa per poi giustiziare il Brescia allo scadere dei tempi regolamentari con una rete di testa, a tagliar fuori Rizzo, su cross da sinistra di Bernardi.
Serata
Fin qui i flash di una serata che, catturata nel suo insieme, ci restituisce l’immagine di una squadra nettamente superiore in tutto (questo alla lunga farà la differenza), ma che questa superiorità non è riuscita a capitalizzarla per un buon numero di motivi. Nulla togliere ai meriti di un Arzignano bravo a restare sempre in partita e a non sciogliersi oltre che senza alcun timore riverenziale: ma alla fine l’ha persa, nelle sfumature (che però sono sostanza) il Brescia che per di più dall’altra parte si è ritrovato una squadra che ha pescato l’oro dalla panchina (l’eroe di serata doppiettista era entrato in corsa) mentre Diana non ha avuto dividendi dai suoi di cambi.
Anzi. Aveva cercato di partire subito forte l’Union (con le semi sorprese Armati e Vido nell’undici titolare) che davanti ha visto subito alzarsi un muro pressoché invalicabile: alle trame tentate del Brescia, l’Arzignano ha puntualmente risposto con muscoli, chili e maniere forti. Anche troppo: con l’arbitro a tenersi gelosamente in tasca i cartellini gialli fin più o meno alla mezz’ora. Quando il Brescia, disincentivato ad agire sugli esterni da cross sempre preda delle teste altrui, ha iniziato a trovare qualche varco tra le linee (prezioso il lavoro di Vido) sempre intasatissime e sporcate. Il primo corner conquistato al 35’ è valso come lo squillo della chiamata a un finale di frazione a testa bassa e ricco di occasioni tra quelle capitato a Vido e Guglielmotti con tanto di clamoroso salvataggio di Mattioli sulla linea su De Maria. Sono il terreno sul quale sboccia la magia di Di Molfetta. E nel recupero c’è pure modo per Maistrello di sfiorare la traversa.
Tutto bello, tutto in discesa contro un’avversaria tosta, ma modesta e che non dà l’idea di essere in grado di poter imprimere una svolta al suo destino. Invece, a dare una mano ai freddi uomini di un lucido Bianchini, ci ha pensato proprio il Brescia che nella ripresa, vuoi perché i veneti mai avevano dato un pensiero, vuoi perché la condizione fisica non è ancora al meglio, anziché cavalcare i ritmi trovati prima dell’intervallo, s’è messo in protezione. Consentendo agli avversari un ritorno certificato dalla prima chiamata all’opera di Gori al 7’. Una parata su Boffelli che pare significare la sveglia per il Brescia che al 10’ si gioca per la prima volta in assoluto la carta del review per un intervento del già ammonito Milillo su Vido: l’arbitro dice no, non è rigore.
Anche se un dubbio resta. Tempo di vedere un siluro di Maistrello prima che il fuocherello appena riacceso si affievolisca col pari ospite. Diana prova a mischiare le carte e cambia la coppia d’attacco: ma Spagnoli e Cazzadori non fanno le veci degli ormai spompati Maistrello e Vido. E Fogliata non migliora un centrocampo già in difficoltà. L’Arzignano gioca sbarazzino, il Brescia con la pressione e il fiato un po’ corto. Il risultato è l’acuto di Minesso che diventa l’urlo di dolore di. Ora, tutti a scuola: anche di equilibrio e pazienza.
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