Calcio

Brescia, settore ospiti verso il sold out a Cittadella

Aria pesante, ma il destino si può ancora governare e i tifosi preparano l’esodo per Cittadella
I tifosi bresciani si preparano alla trasferta di Cittadella © www.giornaledibrescia.it
I tifosi bresciani si preparano alla trasferta di Cittadella © www.giornaledibrescia.it
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Nelle fiabe succede sempre che su un cavallo bianco arriva un principe… E porta la bella al castello, si sposano e sarà amore per l'eternità… Solo che la vita non è proprio così: a volte è complicata come una lunga corsa a ostacoli dove non ti puoi ritirare... Soltanto correre: con chi ti ama accanto a te. A qualche over, l’incipit potrebbe suonare familare. Giusto: è il testo di una hit di Max Pezzali. Perché esiste una canzone per scandire qualsiasi stato d’animo, per accompagnare i momenti particolari della vita. Per darsi la carica, per non sentirsi soli. Momenti di vita che a volte, si fanno… calcio. Nel nostro caso, si fanno… Brescia.

Verso Cittadella

Nella buona sorte e nelle avversità (che dà il titolo al testo di cui sopra): il popolo biancazzurro preparare l’esodo a Cittadella. Come da tradizione – perché avere l’assoluta supremazia di presenze al «Tombolato» è una regola –, ma che stavolta vale di più: perché è tosta, perché è dura, durissima. Perché in palio ci sono ancora 12 punti che in coda a un campionato incredibilmente equilibrato e che in fondo si deciderà «sirena» sono tantissimi.

Solo che tutte queste possibilità e questo orizzonte ancora aperto, fa a pugni con l’immagine di un Brescia che sembra mettercela tutta per autosabotarsi attraverso una certosina opera di destabilizzazione interna e dei tanti messaggi – spesso sbagliati già in origine – che filtrano da dentro e dall’alto senza seguire una filiera e quindi prestandosi perfettamente ad arrivare serviti sui tavoli dell’esterno avvelenati.

Finendo per peggiorare ulteriormente un quadro che comunica inquietudine. Però, nella buona sorte e nelle avversità: e non è ancora tempo per smettere di coniugare il verbo «sperare» per quanto vivere e/o giocare sulla speranza sia sempre pericolosissimo.

Situazione

Dunque: se a ieri sera figuravano già venduti poco meno di un migliaio di biglietti per settore ospiti dello stadio del «Citta», vuol dire che i presupposti per arrivare a coprire la capienza dell’intero spicchio – 1.400 posti a disposizione – è un obiettivo molto più che realistico. Vederlo raggiunto, sarebbe commovente. Scrivevamo ieri che a questo punto, in una situazione di stallo totale – se non tilt – nei rapporti tra le figure chiare, la scossa-svolta non può che maturare partendo dall’orgoglio. Da questo punto di vista – ma non era nemmeno da mettere in dubbio – i tifosi mettono a disposizione il loro. Un voto di fiducia che non può non smuovere gli animi di coloro che poi questo orgoglio lo devono metere in scena sul campo. Utilizzato il sabato come giorno di «transito» tra i cattivi pensieri post Pisa verso i buoni propositi per giovedì, nel quartier generale del Brescia ieri le facce erano già migliorate.

Rolando Maran e Massimo Cellino © www.giornaledibrescia.it
Rolando Maran e Massimo Cellino © www.giornaledibrescia.it

Chiaramente, gran parte dell’attenzione ora è rivolta su Rolando Maran che è stato il terminale dell’ira funesta di Massimo Cellino.

Il tecnico, che tante ne ha viste, sa benissimo che il suo essere ancora allenatore del Brescia è solo una questione di contratto. Ma per lui, il Brescia è anche, prima di tutto, una questione di cuore. E se la provocatoria (perché davvero nessuno poteva pensare a un sì) richiesta di dimissioni rappresentasse il detonatore per far scorrere nuova linfa ed energia anche all’allenatore chiamato a ritrovare il tocco?

Un allenatore che ha il suo carico di responsabilità, che è in difficoltà, che è chiamato – come tutti – a una dose di autocritica e contro il quale ci sono i numeri, ma sulla cui totale dedizione e sulla cui onestà intellettuale non si può davvero mai dubitare.

Non è ancora tardi e non lo è nemmeno per la squadra per scoprire di avere qualcosa in più da offrire in termini di personalità e amor proprio.Fino a qui, ci siamo arrivati tutti insieme. E tutti insieme, ognuno con le proprie frustrazioni e pure con validi motivi di frustrazione, si va anche a Cittadella. «Se tu ci sarai, io ci sarò» finiva di cantarla Max. I bresciani vanno anche oltre: ci saranno, a prescindere. Tocca al Brescia terminare il verso con le parole e il tono giusto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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