Calcio

Pasini: «La Feralpi poco considerata, potremmo anche lasciare Salò»

C’è l’Amministrazione comunale nel mirino del presidente. Sulla stagione: «Giocare a Piacenza un grave errore»
Il presidente Giuseppe Pasini - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Giuseppe Pasini - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Malgrado la retrocessione, siamo sereni. È stata una bella stagione, durante la quale la FeralpiSalò ha onorato il calcio (ricevendo i complimenti da tanti dirigenti avversari) ed espresso i valori della società. Per questo martedì, al termine dell’ultimo allenamento, ho ringraziato i ragazzi, dei quali ho apprezzato l’attaccamento alla maglia durante l’intera stagione. Ed anche nel corso dell’ultima partita, quella persa contro la Ternana, nella quale ancora una volta avremmo meritato di più».

Meno di una settimana dopo l’ultima gara della prima storica stagione dei gardesani in serie B, il presidente verdeblù Giuseppe Pasini tira le somme di un’annata difficile.

«Una stagione durante la quale non sono mancati gli errori, anche perché se non siamo mai riusciti a schiodarci dalla penultima posizione, vuol dire che qualcosa abbiamo sbagliato anche noi».

L’errore più grande, da non rifare in futuro?

«Sicuramente l’andare a giocare a Piacenza. Intendiamoci, lì siamo stati accolti benissimo dal club, dall’Amministrazione comunale, dalla Questura. Però essere così lontani, addirittura fuori regione, in un impianto molto grande in relazione al numero dei nostri tifosi, non ci ha aiutato. Non so quantificare questo in termini di punti, però sicuramente giocare al Garilli ci è costato molto».

Non c’erano stadi più vicini?

«Avremmo ovviamente voluto giocare a Salò, a casa nostra, ma non è stato possibile mettere mano allo stadio».

Quello che l’amministrazione comunale uscente dice che avete in concessione gratuitamente...

«È vero, ma si dimentica di aggiungere che da dieci anni ogni lavoro è una spesa in carico alla Feralpi. Ma di cose errate ne sono state dette tante altre, compreso il fatto che avremmo chiesto di avere uno stadio da trentamila posti a Salò, il che oltre a non essere vero sarebbe anche un’assurdità. Avevamo solo chiesto di poter avere la possibilità di avere gli spazi per allargarci e poter sistemare l’impianto per renderlo idoneo alla serie B.

Non è stato possibile, anche perché nessuno ha capito che tipo di volano possa essere il calcio a questi livelli, pure per un paese turistico come Salò. La mia sensazione è che qui si sia preferito girarsi dall’altra parte e non affrontare il problema sino a farlo diventare un’opportunità».

Adesso tornerete a giocare al Turina, ma se doveste ritornare in serie B?

«Il prossimo campionato, in serie C, sarà a Salò. Ma se capiremo di essere un peso, ci guarderemo altrove. Ci confronteremo con il nuovo sindaco, ma se sarà necessario ce ne andremo. Spiacerebbe tantissimo, anche perché abbiamo tanti cittadini salodiani che ci hanno seguito in tutta Italia, ma saremmo costretti a farlo, perché qui siamo poco considerati. Lo dimostra anche il fatto che al Garilli durante la stagione abbiamo avuto ospiti la sindaca di Piacenza, che ci ha fatto gli onori di casa, il primo cittadino di Lonato, ma nessuno degli amministratori di Salò...».

Avete provato ad andare al Rigamonti...

«La nostra richiesta è stata respinta dal Brescia, che lo ha in concessione, ma quella di giocare eventualmente lì non è un’idea che abbiamo accantonato. Ora c’è questa perizia sul valore dell’impianto, noi guardiamo e valutiamo la situazione, quando ci sarà il bando vedremo. Il fattore stadio, però, ha avuto un peso del 50% in questa retrocessione, del 25%, invece, sia la conduzione tecnica sia la rosa verdeblù».

Allora era forse opportuno sostituire prima Vecchi?

«No, rifarei tutto così. A Vecchi, al quale auguro il meglio nei play off di C con il Vicenza, non potevamo che dire grazie per averci portato in serie B dopo una grande stagione ed era giusto dargli un’opportunità. Poi abbiamo deciso di avvicendarlo con Zaffaroni, il quale nelle prime gare ha dovuto ambientarsi e non ha avuto subito i risultati sperati».

Nel corso della stagione ci sono stati momenti nel corso dei quali la FeralpiSalò è stata vicina a rientrare appieno nella lotta salvezza...

«Mi viene in mente soprattutto la partita in casa contro l’Ascoli, quando tra l’altro con un gran gesto tecnico di Manzari avevamo anche siglato il pareggio, poi tolto dal Var. E qui devo aprire una parentesi, perché da sempre sono favorevole proprio al Var, ma con noi ha spesso fatto confusione. Il mezzo tecnico è importante, e lo so bene in azienda, ma è sempre l’uomo che decide.

È per questo che sono convinto di aver subito qualche torto dagli arbitri: se ci fosse stato convalidato il pari con l’Ascoli, il finale di stagione sarebbe stato diverso, perché noi avremmo avuto un punto in più e l’Ascoli due in meno. Poi, dopo la vittoria di Cremona, eravamo tutti convinti di poter risalire la classifica, invece in quel momento ci sono mancate le forze dopo la lunga rincorsa, è mancato il fiato per percorrere l’ultimo miglio. Anche perché abbiamo accusato tanti infortuni, e non solo nel finale».

A proposito di giocatori, Pasini ricorda con rammarico soprattutto la vicenda Camporese.

«È arrivato qui infortunato, l’abbiamo recuperato e a gennaio è andato a Cosenza. Dove ha giocato, bene, tutte le partite. Degli altri, c’è chi è stato sopravvalutato, chi invece ha fatto più di quel che si pensasse, come Bergonzi o Felici, che ora è diventato un pezzo importante sul mercato».

Felici potrebbe andare via, altri hanno lasciato perché in prestito: è una squadra da rifare per la prossima stagione...

«Un anno fa avevamo deciso di adottare questa tecnica dei prestiti perché il nostro primo obiettivo deve essere la sostenibilità economica. Il che non vuol dire non presentarci con un budget all’altezza della categoria: il nostro era di 6,5 milioni, quello del Brescia di 7,5, come quello del Cosenza. Il Südtirol l’ha uguale al nostro, il Lecco di 6, il Cittadella con 4,7 aveva il più basso. Il nostro grande problema, però, è stato convincere i giocatori a venire a Salò, cosa che non sarà in serie C, perché siamo ritenuti tra i migliori club della terza serie, mentre in B eravamo la matricola assoluta».

«La FeralpiSalò retrocede a testa alta», ci aveva detto dopo la gara di Venezia. Un concetto allargato ieri...

«Abbiamo comunque scritto una pagina di storia del calcio bresciano, prima squadra non della città a questo livello, e nei due derby abbiamo fatto bene, forse meglio delle rondinelle, facendo ricredere chi pensava che quello contro la FeralpiSalò per le rondinelle non fosse da considerare un derby e ricevendo i complimenti dei tifosi del Brescia. È stata una stagione comunque affascinante, perché la B è di un altro pianeta rispetto alla serie C, e devo dire grazie ai miei soci, agli sponsor ed a tutti i tifosi che ci hanno seguito con passione e che a Venezia, pur retrocessi, ci hanno accompagnati fuori dal campo con gli applausi».

L’emozione più grande provata quest’anno?

«Sicuramente il successo di Marassi, perché la Sampdoria non c’entra nulla con questa categoria e noi siamo riusciti a batterla. E vincere lì da presidente è stata una cosa splendida».

Un’emozione che il numero uno verdeblù vorrebbe tornare a provare?

«La B è difficile, ma è pure bella ed affascinante»...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.