La giornata da dentro o fuori: oggi il Brescia aspetta la Serie B

Il giorno cerchiato in rosso, da almeno due mesi, dai tifosi del Brescia è arrivato. Finalmente il dentro o fuori definitivo.
Appuntamento a Roma, alle dieci di questa mattina davanti alla quinta sezione del Consiglio di Stato. Che deve pronunciarsi sull’ennesimo ricorso della Reggina, già bocciata da Covisoc, Consiglio Federale, Collegio di garanzia del Coni e Tar. Un nuovo no ai calabresi spalancherà senza se e senza ma le porte alla riammissione del Brescia al campionato cadetto. E allora sarà arrivato il momento di allestire una rosa all’altezza della Serie B. Come oggi non è. Ma questo è un altro discorso.
L’ultimo pronunciamento
Per l’ultima volta in questa strana estate del calcio bresciano l’attenzione per qualche ora dovrà ancora essere puntata non ad un terreno di gioco, ma ad un’aula di tribunale. A Reggio Calabria provano ad ostentare ottimismo e annunciano una marcia su Roma, con politici e ultras, «per far sentire la voce del popolo amaranto».
A fronte di un assordante silenzio delle istituzioni locali bresciane, dal Comune alla Provincia arrivando fino in Regione nessuno ha speso una sola parola sulla vicenda, si registrano le prese di posizione del Comune di Reggio Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Regione Calabria che si costituiscono in giudizio. Ma se in uno stadio la situazione ambientale può avere un peso e fare la differenza, lo stesso non si può dire per gli ambienti giudiziari, impermeabili - e sarebbe allarmante il contrario - rispetto alle pressioni esterne. L’aula non si trasformerà in una curva, visto che il presidente della sezione ha già firmato un’ordinanza con la quale autorizza l’ingresso solo ad otto persone oltre naturalmente agli avvocati e ai loro collaboratori.

In quello che è stato un vero e proprio processo cartolare, con centinaia di pagine depositate dalle parti ad ogni passaggio amministrativo, c’è una sentenza già scritta, che lascia pochi spazi ad un ribaltone. È quella del Tar del Lazio che ad inizio agosto, bocciando la Reggina ha scritto: «Al comunicato ufficiale numero 169/A, e precisamente al capo B, non può attribuirsi alcun significato diverso da quello implicante l’obbligo di effettuare il pagamento delle scadenze entro il termine perentorio del 20 giugno 2023».
Ruota tutto attorno alla data del 20 giugno, termine ultimo fissato per chiudere i conti con la stagione precedente e poter partecipare al campionato successivo. E la Reggina non ha rispettato la scadenza federale. Aggrappandosi, è così farà anche questa mattina il pool di sei avvocati che il club amaranto schiera davanti al Consiglio di Stato, all’omologazione del piano di ristrutturazione del debito approvato provvisoriamente dal Tribunale di Reggio Calabria che spostava fino al 12 luglio il termine di pagamento di 750mila euro di pendenze.

La posizione del Brescia
Anche se in sede di discussione in Consiglio di Stato non si possono portare elementi nuovi - se non sopraggiunti dopo il pronunciamento del Tar e in questo caso non ci sono - il Brescia va anche oltre al famoso termine perentorio del 20 giugno e attraverso i suoi legali accende i riflettori anche sull’attuale situazione dei calabresi con i giocatori che hanno messo in mora la società.
«La Reggina non è in grado di garantire la necessaria stabilità economico finanziaria. Rileggendo il piano di esdebitazione (come è noto tuttora sub iudice) è infatti agevole rendersi conto che alcuni debiti della Reggina dei quali era stato promesso il pagamento con apporti di soggetti terzi risultano oggi privi di copertura» hanno scritto gli avvocati del Brescia calcio Giacomo Fenoglio, Avilio Presutti e Marco Laudani nella memoria difensiva depositata nei giorni scorsi. E che ribadisce: «La Reggina non è stata ammessa al campionato di Serie B 2023/2024 in applicazione di un provvedimento a carattere generale, il cui dichiarato scopo è quello di preservare la competizione sportiva dal rischio che i relativi partecipanti possano, a seguito di problematiche concernenti la sostenibilità economico-finanziaria, minarne il regolare corso».
Quella di oggi sarà un’udienza relativamente breve che potrebbe chiudersi all’ora di pranzo o nel primo pomeriggio. Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio ed entro sera è atteso il dispositivo della sentenza. E finalmente poi si parlerà solo di calcio giocato.
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