Tar del Lazio: «La Reggina doveva pagare entro il 20 giugno e non l’ha fatto»

«Al comunicato ufficiale numero 169/A, e precisamente al capo B, non può attribuirsi alcun significato diverso da quello implicante l’obbligo di effettuare il pagamento (delle scadenze, ndr) entro il termine perentorio del 20 giugno 2023».
Questo uno dei passaggi che hanno portato il Tar, dopo la Covisoc, il Consiglio Federale e il Collegio di garanzia del Coni, a respingere il ricorso della Reggina riguardo all’ammissione al prossimo campionato di serie B.
Ieri sono arrivate le motivazioni che hanno portato il Tribunale amministrativo regionale, presieduto da Francesco Arzillo, ha dire nuovamente no alla società calabrese. E sono motivazioni chiare, forti, una mazzata per la società calabrese. La cui situazione peggiora di ora in ora: i 20 giocatori rimasti tesserati, dopo alcune pressioni arrivate dall’Assocalciatori, hanno provveduto alla messa in mora della società.
Da una parte infatti la sentenza del Tar, dall’altra il pensare al loro futuro (il rischio era di restare fuori da qualsiasi discorso di mercato), hanno portato i calciatori a questo passo, peraltro in un panorama in cui buona parte tra dirigenti e staff tecnico hanno di fatto preso atto della situazione e salutato.
Nello specifico
Nelle motivazioni il Tar ripercorre tutti i passaggi che hanno portato le parti davanti al tribunale amministrativo, arrivando a concludere come non ci fosse alcun conflitto tra le norme dello Stato e quelle della Figc, e che la Reggina le avrebbe potute e dovute rispettare entrambe per essere regolarmente iscritta al campionato. Insomma, se Saladini avesse pagato il 20 giugno probabilmente non parleremmo di «X» in serie B,
Si parte dal 19 dicembre 2022 col ricorso della Reggina al Tribunale di Reggio Calabria, Sezione fallimentare, «per l’omologa degli accordi di ristrutturazione e di transazione su crediti tributari e previdenziali»; si arriva al 12 giugno 2023 quando il tribunale di Reggio Calabria omologa il piano finalizzato alla ristrutturazione del debito, fissando il termine per il pagamento delle pendenze il 12 luglio, ben diverso da quello imposto dalla Federazione per l’iscrizione al campionato, ovvero il 20 giugno (omologa peraltro, doveroso ricordarlo, non ancora definitiva visti i ricorsi di Inps e Agenzia delle Entrate). Ed è quello che fa fede, per tutti, anche evidentemente per il Tar, che di fatto ha ribadito come non sia stata rispettata la perentorietà dei termini.
«Da parte sua il Brescia Calcio - sottolinea il Tar - ha insistito sulla natura distinta dei termini assegnati dalla Figc rispetto a quelli concessi dalla sentenza del tribunale fallimentare di Reggio Calabria, non potendosi pertanto profilare alcun conflitto tra ordinamento statale e sportivo».
Passaggio chiave
Tar che dopo aver esposto le tesi delle parti in causa spiega perché ritiene «infondato» il ricorso della Reggina. «La risoluzione della questione, sottende quella, più ampia, concernente la prevalenza del termine assegnato dal Tribunale fallimentare (30 giorni dalla pubblicazione della sentenza, ovvero, nel caso di specie, entro il 12 luglio 2023) per il pagamento delle somme, rispetto al termine perentorio assegnato dalla Figc (20 giugno, ndr)... Il Collegio ritiene i termini entro cui è posta la questione non condivisibili. Non si pone infatti, nel caso di specie, alcun conflitto, tra le decisioni del Tribunale fallimentare di Reggio Calabria... e la decisione della Covisoc di (continuare a) fare riferimento al termine perentorio del 20 giugno 2023 previsto dal C.U. n. 169/A, per la dimostrazione della sussistenza dei requisiti previsti per la partecipazione al campionato di serie B, stagione 2023/2024. Ammessa alla procedura di omologazione in data 12 giugno 2023, la ricorrente avrebbe potuto, come pure è stato chiarito, adempiere al pagamento dei debiti tributari e contributivi entro il termine del 20 giugno, ma non vi ha provveduto fino al 5 luglio, senza fornire adeguate e provate giustificazioni al riguardo».
E poi la conclusione: «È del resto evidente che la concessione del termine di 30 giorni assegnato dal Tribunale fallimentare è finalizzata a consentire l’adempimento del debitore nei confronti delle agenzie fiscali e degli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie... e non certo ad altri fini, quali la partecipazione ad un campionato professionistico».
Prossimi passi
Adesso bisogna attendere il Consiglio di Stato, che potrebbe addirittura slittare dal 29 agosto, prima data prevista, ai primi di settembre. Sempre che la Reggina entro cinque giorni a partire da ieri faccia ricorso. In caso contrario il Brescia potrebbe forzare la mano e chiedere al Consiglio federale di essere riammesso addirittura per la prima di campionato il 19 agosto.
Nel caso invece di ricorso dei calabresi, l’obiettivo è quello di anticipare il più possibile i tempi per entrare nel torneo cadetto in corsa, ovvero se non alla seconda (26 agosto) alla terza giornata, l’infrasettimanale del 29. Nei prossimi giorni il quadro sarà, si spera, più chiaro.
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