Calcio femminile, Gorno: «Necessario valorizzare la base»
Mai come in questi giorni il calcio femminile italiano è stato sotto la luce dei riflettori. Le imprese realizzate e quella appena sfiorata con l’Inghilterra dalla Nazionale di Soncin agli Europei hanno suscitato emozioni e posto all’attenzione generale tutto il movimento. Come non disperdere questa immagine positiva ed il credito riscosso dalle azzurre?
L’abbiamo chiesto alla presidente del Brescia, Clara Gorno, che ha radunato la squadra per la nuova stagione di serie B insieme al tecnico Damiano Zenoni al Centro sportivo Rigamonti. «Un conto è la serie A, un altro il resto del movimento. Si dovrà far molto meglio di quanto avvenne all’indomani del Mondiale, quando sembrava ci fossero tutte le condizioni perché il calcio femminile in Italia decollasse definitivamente. Non è stato così e dobbiamo chiederci tutti il perché. Per un vero rilancio va fatta una seria analisi a livello federale, si deve valorizzare la base, pure le ragazze devono prendere coscienza che le risorse sono rimaste le stesse, anzi sono diminuite, perché quest’anno non avremo nemmeno il contributo statale previsto nella scorsa stagione. Tanto per fare un esempio – prosegue la presidente del Brescia – siamo ancora in attesa di un contributo che risale al 2021/22. In queste condizioni le società fanno quel che possono, le spese sono cresciute a dismisura. Per un campionato di serie B come quello scorso è stato necessario impiegare risorse per almeno 600.000 euro».
Incarico
Da componente del consiglio direttivo della Figc quali soluzioni consiglierebbe? «Purtroppo la serie B resta di fatto un campionato della Lnd, anche se non lo è formalmente. La divisione con la A è sempre più marcata. Lo dice anche il fatto che non riceviamo alcun aiuto a livello di diritti televisivi e che sono stati separati anche i canali social. Per noi rappresenta un’ulteriore perdita di visibilità. Avremmo bisogno di una copertura più significativa anche dai media. Un piccolo aiuto per limitare i costi potrebbe venire dall’Aic sotto forma di assicurazioni per coprire eventuali infortuni. Quest’anno abbiamo perso cinque ragazze per interventi al crociato e le spese sono ulteriormente lievitate».
Tempi duri, insomma, al di là della crescita di consensi nei confronti del calcio femminile. Da qui anche la richiesta alla sindaca Castelletti di verificare la possibilità di trovare degli sponsor che possano sostenere la squadra: «Mi auguro che queste interlocuzioni possano portare a qualcosa di positivo. Abbiamo un movimento di 200 ragazze e possiamo vantarci di aver appena conseguito l’ambito Grassroots award per l’attività svolta nel calcio giovanile». C’è un’ipotesi di collaborazione anche con la nuova Union Brescia? «Sul tavolo al momento non c’è ancora nulla».
Stella
A Brescia sono tutti giustamente orgogliosi di avere una campionessa come Cristiana Girelli che ha rappresentato alla grande l’Italia agli Europei per le sue qualità calcistiche e umane. Posto che a 35 anni sul campo sembra ancora una «ragazzina», ha pensato all’idea che potrebbe chiederle un giorno di chiudere la sua carriera nella sua città? «Sarebbe fantastico, ma, per come ha giocato agli Europei, ritengo che abbia davanti a sé molti altri anni di carriera ad alto livello. Non a caso l’ho spesso paragonata per costanza ed applicazione in campo maschile a Cristiano Ronaldo».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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