Calcio

Dallo scudetto al titolo d’inverno, per l’Inter un 2021 da record

Nel girone d’andata appena concluso 49 volte in gol. Difesa al top: sei successi di fila senza subire reti
Simone Inzaghi, che qui abbraccia alcuni suoi giocatori, non poteva sperare in un inizio migliore all’Inter - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Simone Inzaghi, che qui abbraccia alcuni suoi giocatori, non poteva sperare in un inizio migliore all’Inter - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Anno solare. Anzi d’oro. Il 2021 è stato tutto a tinte nerazzurre, a cavallo tra lo scudetto vinto e il titolo di campione d’inverno. Un’egemonia totale che, dopo la storica vittoria dello scudetto, sta riuscendo a smentire i più scettici e ad imporsi con continuità anche in questa stagione. Con Conte alla guida, oppure con Inzaghi, la storia non cambia. Il primato resta e per ora i nerazzurri salutano un magico 2021 con in tasca il titolo di Campioni d’inverno e l’ennesima partita vinta a porta imbattuta, puntando ad alzare, da favoriti, un altro trofeo a fine maggio, quello che vale la seconda stella.

Merito

I risultati ottenuti dall’Inter sono frutto del duro lavoro del biennio firmato Conte e ora consolidato con Inzaghi. In queste 19 giornate del girone d’andata, Lautaro e compagni sono andati a segno 49 volte. Sono servite le prime settimane per ritrovare la condizione migliore e per trovare il feeling con la nuova guida tecnica. Poi l’exploit e la costanza di imporsi sempre, concedendo pochissimo. Da 42 anni non si vedeva una striscia di successi a porta inviolata come quella dell’Inter. Sei vittorie consecutive in cui Handanovic non ha mai dovuto raccogliere il pallone dalla rete alle sue spalle. D’altra parte, una formazione forte si trasforma in una big quando diventa impossibile farle gol.

Erano tante le incognite dopo la vittoria dello scudetto. L’Inter era riuscita ad interrompere il dominio della Juventus. Aveva interrotto un’astinenza lunga undici anni. Lo ha fatto in una stagione difficilissima, condizionata dai contagi Covid e senza la spinta del pubblico che, in condizioni normali, avrebbe invece riempito - come d’abitudine - ogni singolo seggiolino del Meazza.

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Poi l’addio di Conte, amaro e sofferto, quello di Lukaku, «tradimento» mai digerito. L’assenza obbligata di Eriksen, rimpiazzata da un parametro zero ex milanista, Calhanoglu. Le sirene sul mercato per Lautaro, poi blindato. Le voci sul futuro societario, con rumors di possibili acquirenti fino a quelle di una difficoltà economica causa Covid, che ha comunque condizionato presente e futuro di molti club. L’ambiente poteva destabilizzarsi, invece sembra aver trovato una nuova armonia e serenità.

E l’Inter chiude il 2021 con 104 gol fatti. Solo cinque squadre sono riuscite a far meglio nella storia della serie A. Adesso i nerazzurri possono godersi questo Natale a suon di record battuti. Un meritato riposo prima di riprendere la lunga maratona per il titolo. Alla ripresa (6 gennaio) sfiderà il Bologna, poi un trittico da brividi con Lazio, Juventus - in Supercoppa - e Atalanta. Già, perché il primo trofeo dell’Inter di questa stagione potrebbe essere lontano solo poche settimane. Si giocherà a San Siro, che è ormai un fortino nerazzurro. Il primo test per vedere se anche il 2022 avrà lo stesso tenore del 2021.

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