Carpi-Brescia, Diana: «La partita e la voglia che volevo»

È finita con un «noi vogliamo vincere la Coppa» che si è levato dagli spalti. Dunque, è finita con i 274 (un dato clamoroso) arrivati da Brescia in un martedì sera qualunque per seguire una Union Brescia non qualunque a livello di coinvolgimento che sa generare, è finita con i 274 – si diceva – che hanno preso in parola l’allenatore Aimo Diana che non ha fatto mistero di pensare ad alzarlo il trofeo di categoria.

Preoccupazione e sensazioni

È finita in festa, ma anche con un velo di preoccupazione per la conta che di nuovo andrà fatta in vista di Trieste dentro un reparto attaccanti nel quale Spagnoli e Cazzadori vanno ora preservati con cura. Il grande cruccio riguarda Maistrello che nel pre gara ha avvertito un fastidio anomalo al ginocchio che lo condiziona nelle sedute di lavoro quotidiane.

Ma è giusto restare sintonizzati sulle belle sensazioni e Aimo Diana ne ha avute: «Sono molto contento – dice il tecnico – perché ho visto la partita che volevo e che insieme allo staff avevo chiesto. Siamo stati seri e concentrati come dovevamo essere: c’è stata tanta voglia e desiderio, da parte di chi ho chiamato in causa, di essere protagonista. Ho trovato altre risposte, ho scoperto qualcosa di nuovo. E sono felice anche per i ragazzi del vivaio (Facchini, Leporini e Bergomi, ndr) che hanno debuttato: sono entrati molto bene. Inoltre è un riconoscimento anche per il nostro settore giovanile e per la Primavera che sta lavorando davvero bene».

La Curva

Un cenno ai tifosi: «Sono venuti in tantissimi e avevamo il dovere di onorarli. Ora vogliono la Coppa? È giusto che ci pensino come ci penso io perché il Brescia nella sua bacheca trofei non ne ha certo tanti: non vedo perché non provarci».

Il grande protagonista di serata è stato Mattia Valente: «Avevo molta curiosità nei confronti di questo ragazzo arrivato all’ultimo che ha aspettato il suo momento e ha lavorato molto bene, in silenzio e a testa bassa, facendosi nel frattempo conoscere molto bene dal gruppo. Abbiamo un’arma in più e questa gara mi è servita anche per trovare e provare nuove situazioni. È nostro compito cercare di tirare fuori sempre qualcosa di nuovo».

Testa al campionato

Ora la testa va Trieste: «Siamo un po’ preoccupati per gli attaccanti – dice il tecnico – ma sono certo che in caso di bisogno troveremo le giuste alternative. Abbiamo una squadra forte con tanti ragazzi che hanno voglia di mettersi in mostra. Sono davvero contento intanto per la partita di Carpi, lo ribadisco: è stata una gara che mi ha detto che i ragazzi reagiscono a ogni stimolo e motivazione che diamo loro».

Il protagonista

Dal volto velato da stanchezza e pensieri dell’allenatore, al sorriso pulito e sfacciato di Mattia Valente. Che al debutto lo è stato su tutti i fronti, anche in sala stampa. «Ma davvero – è il suo esordio off record – devo fare le interviste? A saperlo – scherza – non avrei segnato».

Il gol di Valente - Foto New Reporter Perteghella © www.giornaledibrescia.it

Ma è giusto un attimo, al suo secondo momento della verità dopo la prova del campo, non tradisce. Come non ha tradito la fiducia che in lui ha avuto mister Diana: «Ho vissuto una gran bella serata, molto emozionante. Sono davvero felice di aver risposto come mi si chiedeva. Se devo pagare una cena ad Armati per la gran palla che mi ha dato? In teoria una cena la dovrei pagare un po’ a tutto il gruppo per come ogni ragazzo mi è stato vicino. Sono veramente felice e confesso di non aver capito più niente dopo il gol». Un gol che dedica: «Alla famiglia e agli amici». Che peccato che il suo debutto non abbia avuto la copertura televisiva e che peccato: «Non aver segnato sotto la curva dei nostri tifosi che sono realmente il nostro dodicesimo uomo in campo».

Valente arriva dal Cassino – e proprio di Cassino è originario – in serie D ed era arrivato l’ultimo giorno di mercato come prospetto da inserire in prima squadra o in Primavera. S’è ritrovato in lista con i «grandi»: «E ho aspettato il mio momento, sperando ne arrivino altri. Ho molta voglia e mi ritengo un jolly: sono un quinto, ma mi trovo molto bene anche da mezz’ala (come ha giocato ieri sera, ndr) o pure come punta se serve. Dove il mister mi chiedere di stare, io sto. Di certo non dimenticherò quando è arrivata la chiamata del Brescia in estate e quando questa sera (ieri sera, ndr) in hotel alla riunione tecnica ho scoperto che sarei stato titolare. Mi hanno caricato tutti, dall’allenatore ai compagni».