Calcio

Cellino vuole continuare la battaglia ai vertici del calcio italiano

«Forse Gravina ignora che la giustizia sportiva non prevale su quella dello Stato», scriveva 24 ore prima di far affondare il Brescia
Massimo Cellino - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Martedì ha fatto depositare ai suoi avvocati il ricorso in appello contro la condanna in primo grado del tribunale federale. Giovedì ha pagato gli stipendi dei 13 dipendenti della società. Il 3 giugno aveva accettato la proposta di fissare per il 16 giugno il closing della trattativa con il fondo americano rappresentato da Francesco Marroccu.

Mosse che sembravano portare al rispetto delle scadenze federali, che invece Massimo Cellino ha deciso di non ottemperare. L’ imprenditore sardo sembra però clamorosamente convinto a proseguire la sua battaglia contro i vertici del calcio. Nonostante tutto. Per arrivare dove non è dato sapere. Anche perché a ieri sera i suoi avvocati romani alla domanda se martedì pensano di presentarsi a discutere il processo d’appello contro la penalizzazione di otto punti, hanno risposto: «Non lo sappiamo ancora. Dobbiamo confrontarci con Cellino».

Il quale nella sua idea di guerra al calcio italiano e in particolare al presidente della Federazione italiana gioco calcio Gravina, per prima cosa si aggrappa ad una pec. Quella inviata a Lega e Figc per chiedere di posticipare le scadenze dei pagamenti degli stipendi «vista l’incertezza della categoria in cui la squadra giocherà il prossimo anno».

Nessuno ha risposto alla mail. E qui Cellino vuole giocarsi la carta del «silenzio assenso». «Abbiamo diritto ad una deroga perché siamo in una posizione sospesa» ripeteva fino a venerdì pomeriggio. «Forse Gravina ignora che la giustizia sportiva non prevale su quella dello Stato» scriveva 24 ore prima di far affondare il Brescia.

Ma non è il solo argomento sul quale vuole battagliare Cellino. «Vista la situazione con i ricorsi pendenti noi non possiamo ottenere dalla Lega calcio i crediti che ci spettano e neppure il paracadute di 2,5 milioni di euro previsto e avrei potuto usare quei soldi per pagare gli stipendi» è il pensiero dell’imprenditore. Che in questa teoria dell’assurdo gioca sulle date.

Venerdì prossimo la Covisoc dichiarerà chi ha rispettato le scadenze federali e chi no. In quest’ultimo elenco però – secondo Cellino – non figureranno Brescia, Frosinone, Salernitana e Sampdoria, in quanto le quattro squadre in questo momento non risultano iscritte ad alcun campionato professionistico perché sospese tra la Serie B e la Serie C.

I termini dell’iscrizione per i quattro club è stata infatti posticipata al 24 giugno e quindi per Cellino la decisione di far pagare stipendi e contributi «mentre siamo in limbo come dimostra il blocco dei pagamenti nei nostri confronti da parte della Lega» sarebbe una decisione anticostituzionale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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