Calcio

Cagni: «Brescia, non avere paura e fatti trascinare dall’atmosfera»

Fabrizio Zanolini
Parla l’allenatore artefice della salvezza conquistata nel 2017 con un «dentro o fuori» contro il Trapani
Gigi Cagni festeggia la salvezza © www.giornaledibrescia.it
Gigi Cagni festeggia la salvezza © www.giornaledibrescia.it
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Ne ha giocate tante di partite da dentro o fuori nella sua carriera e altrettante dalla panchina. Di certo, l’ultima, è quella che è sicuramente rimasta più impressa nella mente dei tifosi biancazzurri. E in fondo, ne siamo certi, anche nella sua.

Gigi Cagni, protagonista assoluto della salvezza del Brescia nel 2017, emozione e tensione a parte, non trova però analogie tra quegli ultimi 90’ con il Trapani che, con le firme di Torregrossa e Caracciolo, regalò la permanenza in B alle rondinelle e questi 90’ che attendono domani sera al Rigamonti Bisoli (assist man per Torregrossa in quella partita) e compagni contro la Reggiana.

«Non si può paragonare quella partita a questa perché c’è una situazione completamente diversa – dice –. Il mio percorso per arrivare a quell’ultima tappa fu diverso: arrivai a dodici partite dalla fine e organizzai il tutto in funzione di quelle dodici sfide. Il Brescia che arriva a questo delicato match è partito da lontano, con Maran dentro e fuori, con un campionato intero alle spalle vissuto sulla stessa falsariga, con tutte le tensioni societarie. E con una squadra diversa dalla mia che era decisamente più forte ed esperta rispetto a questa. Certo, si gioca sempre al Rigamonti e l’atmosfera sarà simile, così come il supporto dei tifosi. E questo conterà».

Gigi Cagni festeggia la vittoria che vale la salvezza © www.giornaledibrescia.it
Gigi Cagni festeggia la vittoria che vale la salvezza © www.giornaledibrescia.it

Reggiana già salva

E poi, un’altra differenza sostanziale è che il Brescia gioca contro una Reggiana salva mentre allora il Trapani si giocava anch’esso la salvezza... «Sì, ma vi ricordate cosa successe due partite prima contro il Latina già retrocesso? Ci salvò Caracciolo in pieno recupero, altrimenti tutto il lavoro sarebbe potuto saltare. Fu l’unico momento che ebbi di preoccupazione, per il resto tutto filò secondo i piani. E poi, in quell’ultima con il Trapani, sapevamo che, se fosse andata male, avremmo comunque avuto la chance nei play out. Cosa che invece il Brescia domani potrebbe non avere. E questo, nonostante incontri un’avversaria con meno motivazioni di quel Trapani, pesa mentalmente».

Testa

Già, quell’aspetto mentale che l’uomo del Carmine ha sempre curato nella sua storia di allenatore: «Io ero certo che le mie squadre, e così fu anche per quel Brescia, non mi avrebbero mai deluso sotto l’aspetto psico-fisico. Poi è chiaro che i meccanismi di ogni match sono sempre impossibili da valutare, così come la psiche». Servirebbe personalità, carisma.

In una squadra come quella di Maran dove questi aspetti latitano: «Non vedo leader. Bisoli è un leader tecnico, cioè quello che in campo trascina i compagni con il suo comportamento. Spero che faccia questo. Ma io Dimitri lo conosco bene e so che è molto, troppo legato al Brescia e per questo motivo possa sentire troppo la partita come fece Caracciolo ai tempi – e per fortuna segnò e si sbloccò mentalmente – e combini qualche casino con avversari e arbitro. Questo non deve succedere, perché il Brescia deve fare 95’ in undici».

La chiosa è sull’atteggiamento da adottare: «Nessuna paura. Nello sport non muore nessuno. Sei in questa situazione per colpa tua, devi venirne fuori. E se va male, si riparte. La peggior cosa è mollare. E da tifoso bresciano puro, dico che non si deve mollare mai, qualsiasi cosa succeda».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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