Calcio

Brescia, una squadra che si specchia in Rolando Maran

Autorevolezza e normale razionalità. Così il gruppo porta in campo il carattere dell’allenatore
SPORT CALCIO SERIE BKT STADIO MARIO RIGAMONTI BRESCIA - SAMPDORIA NELLA FOTO PRE PARTITA MARAN 03/12/2023 Comincini@newreporter
SPORT CALCIO SERIE BKT STADIO MARIO RIGAMONTI BRESCIA - SAMPDORIA NELLA FOTO PRE PARTITA MARAN 03/12/2023 Comincini@newreporter
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Rolando Maran davanti, di dietro tutti quanti. «Mi sento seguito» ha dichiarato l’allenatore del Brescia domenica dopo una performance così al di sopra degli standard abituali anche nelle (poche) vittorie da non ricordare nulla del genere in tempi recenti.

Certo l’ultimo precedente relativo alla banda con la V sul petto capace di segnare tre gol nel primo tempo risale all’aprile 2021 (allenatore Clotet, finì 4-1 e comunque il loro gol i giuliani lo segnarono nella prima frazione) mentre la volta prima ancora - 6 febbraio 2021, sempre con Clotet - il Brescia ne segnò 3 al Cittadella salvo poi patire la rimonta sul 3-3. Ma non ha senso occupare spazio con statistiche che al massimo servono anch’esse per spiegare un po’ del perché la gara con la Sampdoria è stata vissuta quasi come una «qualcosa di mai visto». Troppe miserie e troppe umiliazioni subìte per non mettersi a gridare al «miracolo».

Nessun miracolo

Che però miracolo non è stato perché altrimenti sarebbe come disquisire di un fatto casualmente occorso. Invece, tutto sta in quel «mi sento seguito». Che poi è quel che si percepisce a pelle osservando la metamorfosi in atto nel Brescia già a cominciare dall’alba che fu la partita contro il Pisa passando per le forche caudine del Südtirol versione «tutti indietro» per arrivare infine a godere contro la Samp di fronte a un Brescia che ha giocato di rimessa, ma che è stato dominante. E che ha giocato a fare la grande squadra azzannando la preda alla giugulare fin dal secondo uno. E prima ancora che alla squadra di Pirlo, il Brescia ha saputo sbarrare la strada ai propri fantasmi dandosi così il respiro per poter tirare fuori il meglio.

I cambiamenti

Anche perché ora la squadra appare sorretta da una condizione fisica sempre migliore. Sullo stato di forma del gruppo che ha ereditato, Maran non ha mai posto l’accento per una questione di rispetto di chi lo ha preceduto, ma anche da questo punto di vista durante la sosta è stato intrapreso un nuovo percorso, volto a dare brillantezza. E questo è stato uno dei primi interventi del nuovo allenatore che contestualmente ha lavorato, e continua a lavorare, sulle motivazioni e su una leggerezza mentale da affrontare: una strada perseguita azzerando le gerarchie e rimettendo tutti in gioco senza pregiudizi e scevro da quei condizionamenti che man mano il gruppo aveva iniziato ad annusare e anche inconsciamente a patire.

Maran è convinto delle qualità della rosa che ha a disposizione e questa fiducia è pienamente restituita all’allenatore. «Mi sento seguito» e infatti, al di là del nuovo ordine disegnato sul campo, con scelte via via sempre più coraggiose che si possono compiere solo se davvero si crede in chi si allena: avevano parlato in tal senso i cambi di Bolzano e ancor più hanno parlato le scelte compiute contro la Sampdoria. Non solo in termini di uomini, ma anche di metri e propensione. La strada è ancora lunga, di prove e riprove per un gruppo che sa illudere e poi anche deludere, ne servono altre. Ma per adesso l’immagine che il Brescia restituisce è quella di una squadra che sta rispecchiando il carattere del proprio allenatore. Ne viene riflessa la disciplina, ma anche l’autorevolezza non urlata.

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Maran su Brescia-Sampdoria 3-1

E così, contro la Samp il Brescia è stato aggressivo e agonisticamente cattivo, ma mai fuori dalle righe utilizzando scorrettezze e mezzucci. Mettendo i puntini sulle «i» sempre e solo all’occorrenza, senza sconti. Affidandosi il più possibile al gioco, al pensiero razionale, alle proprie conoscenze e a una giusta dose di autostima. Maran non è un allenatore protagonista a tutti i costi e così anche i singoli sono al servizio della scena collettiva dentro la quale però, pur non cadendo e scadendo nel narcisismo, provano a turno (ma con la Samp ci sono riusciti tutti) a emergere. Mancano 4 partite (Reggiana, Como, Catanzaro, Parma) per arrivare alla fine del girone e poter tirare le prime somme. Ma c’è già abbastanza materiale per poter affermare ciò che è ovvio per chiunque tranne che, spesso, per Cellino: l’allenatore, specie se messo alla guida di una squadra non equilibrata nelle doti di personalità ed esperienza, conta e incide. E quella alla quale stiamo assistendo, è semplicemente la differenza che passa tra un tecnico compiuto e tecnici improvvisati. «Mi sento seguito»: e allora, tutti dietro per scoprire dove Maran riuscirà a condurre questo Brescia che già gli somiglia.

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