Calcio

Brescia, mancano i ricambi ma pure la mentalità con le big

Le rondinelle da dopo Bari, contro le migliori, sembrano rinunciare in partenza a giocare
Quello che ha ancora davanti Pep Clotet è un lungo percorso -  © www.giornaledibrescia.it
Quello che ha ancora davanti Pep Clotet è un lungo percorso - © www.giornaledibrescia.it
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Complice anche un’atmosfera «disturbante» - tra meteo inclemente, presenze scarse e un tifo «anni 90» rivolto solo contro l’avversario - mettere via senza colpo ferire la domenica da big match rimasto solo presunto per il Brescia risulta particolarmente dura. Eppure è particolarmente necessario riuscire a farlo perché dopodomani è già tempo di campionato e di provare a riprendere una strada di quelle che fin qui Clotet e i suoi sono sempre riusciti a percorrere fino alla meta visto che si va a far visita al Cosenza e visto che contro le squadre di «quel campionato» le rondinelle non hanno ancora sbagliato oppure si sono concesse solo un piccolissimo margine di errore.

I numeri che confortano

Contro le ultime cinque della classifica, tanto per darsi un po’ di forza e coraggio instantanei, sono stati presi 13 punti sui 15 a disposizione: sono stati presi gli scalpi di Perugia, Como, Benevento e Spal e contro il Venezia, seppur con delusione, era arrivato un punto. Certezze queste dalle quali ripartire. Ma prima, seppur a tempo di record, il ko con la Reggina va masticato e quindi metabolizzato, digerito. Anche se costa fatica. Ma non ci si può limitare ad asciugare il tutto con la constatazione che la Reggina è più forte - e oggettivamente lo è - rispetto a un Brescia limitato nei valori, ma che sono sufficienti per «starci dentro» nell’ennesimo campionato equilibrato.

Osservazioni

Però più forte contro meno forte - e per giunta in emergenza - non significa non giocare. Altrimenti - per dirla come l’avrebbe detta Mazzone - mandiamo agli avversari i tre punti per posta... Non mancavano, anzi, le attenuanti alla squadra di Pep Clotet che può contare su un undici di livello al completo - e l’undici di livello è grosso modo composto dalla vecchia guardia -, ma che non può contare su rotazioni all’altezza. Abbiamo già avuto modo di sottolineare come chi è arrivato ad agosto non sia ancora pressoché riuscito a incidere. Ad oggi, è stato un mercato sbagliato. E questo è un dato di fatto che impone una riflessione molto attenta gettando lo sguardo un po’ più in là e ragionando sul fatto che la stagione è ancora lunga e che di questo passo si rischiano mesi in cui l’emergenza non è eccezione, ma regola. E questa è una stagione da non sbagliare, come sappiamo.

Gira e rigira siamo inoltre arrivati alla quindicesima senza aver ancora capito quale vestito tattico sia meglio per un Brescia partito con il 4-3-1-2, passato al 4-3-2-1 poi 4-3-3 per arrivare all’attuale 4-4-2. E non sono solo numeri perché questi si devono per forza di cose sposare con interpreti adatti a entrare in questi numeri. Non sono dettagli. E le idee - anche in merito a giocatori improvvisamente e misteriosamente spariti dai radar, come a esempio Galazzi (è emblematico come sia quasi finito nel dimenticatoio) è bene chiarirsele in fretta visto che sta per arrivare un gennaio di mercato per quanto non si sappia bene cosa su questo palcoscenico la società possa fare. Concesse a Clotet e ai suoi giocatori tutte le attenuanti del caso, resta comunque l’idea che domenica di potesse comunque provare a imbastire in corsa un qualcosa di diverso: almeno per non lasciare dubbi.

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Inoltre, così si dà linfa al «sospetto» di cui sopra. Ovvero, che con le big, da dopo l’imbarcata presa a Bari, ci sia stata una svolta che ha portato alla «decisione» di non giocarsela cercando perlopiù di limitare i danni. È stato così a Cagliari lasciando campo libero a una squadra che pure era stata incontrata in un momento di difficoltà e pure col Genoa quando sino a che non è stato trovato l’episodio finale con gol di Cistana, sembrava quasi si puntasse a tenere il passivo di 1-0.

E così è stato anche contro la Reggina con pure una parziale ammissione di Clotet in merito commentando le osservazioni sui cambi tardivi: «Dovevamo anche fare attenzione a non scoprirci troppo». Ma il Brescia era già sotto 2-0. Sembra di vedere l’evoluzione-involuzione che ci fu con Inzaghi l’anno scorso quando c’era la corsa a sottolineare quanto le squadre altrui costassero di più scordandosi però che il Brescia in classifica era sempre all’altezza di quelle squadre. E un po’ domenica è sembrato di rivedere quello 0-2 di un anno fa con il Monza quando si rinunciò a priori a giocarsela un pochino dietro al «paravento» della forza del Monza. Ma abituare una squadra al ribasso delle ambizioni non aiuta l’autostima. Oltre al fatto che si rischia di non capire bene quale valore dare a 23 punti che fino a prova contraria sono tanta roba e che comunque significano vedere il Brescia stesso tra le migliori...

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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