Calcio

Brescia, le due facce di Cistana dalla gioia agli errori

Andrea-Stachánov gioca anche se non è al top. Prima segna (è il terzo), poi non si capisce con Joronen
Andrea Cistana contro la Cremonese - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Andrea Cistana contro la Cremonese - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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La partita in rewind, con zoom sulla difesa. Cistana aspetta Joronen, Joronen aspetta Cistana, Di Carmine non aspetta nessuno, scucchiaia, segna. Per la Cremonese è game, set, match al 42’ della ripresa.

Salto indietro, 31’ del primo tempo. Sull’1-0 per il Brescia Carnesecchi pesca Gaetano con un lancio di 70 metri, aggancio da «tutto molto bello», Karacic lo fronteggia timidamente, Cistana indietreggia, Bertagnoli tocca con la punta smarcando lo stesso numero 70 grigiorosso, che si trova risolto il problema della giocata necessaria per liberargli quel mezzocollo sinistro che sbatte contro il palo interno e finisce in rete. Ultimo salto indietro, al 23’. Corner di Pajac, Palacio non ci arriva, Cistana sì, abbassandosi e colpendo di testa per l’illusorio vantaggio biancoblù.

La sinossi rovesciata del derby evidenzia quanto Andrea sia stato protagonista dai due volti. L’uomo che regala il vantaggio, il giocatore che è responsabile (almeno) al 50% con Joronen in occasione della rete decisiva. Evidenzia pure che il reparto arretrato della Leonessa, in una fase chiave della stagione, si sta un po’ crepando. Con un ulteriore flashback è possibile inquadrare la rete del vantaggio del Perugia di martedì al Rigamonti, con il vicecapitano indeciso sul cross dalla destra spedito poi nel sacco di testa da De Luca. E i restanti giorni di sofferenza fisica: un affaticamento ha reso l’impiego di Andrea, 25 anni il primo di aprile, incerto fino a ieri mattina (provino pre-gara e decisione finale di farlo cominciare titolare).

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Possibile prescindere da lui? Numeri alla mano, la risposta sarebbe no. Specie alla luce del fatto che quest’anno ha giocato il 100% delle partite fino alla sfida contro gli umbri, dalla quale Inzaghi lo ha tolto al 19’ del primo tempo, nel contesto di una delle girandole tattiche finalizzate a ribaltare la gara. Cistana recordman di categoria tra i giocatori di movimento, senatore dello spogliatoio nonostante la giovane età.

E, va detto, per nulla aiutato dal ben più esperto Davide Adorni, arrivato a gennaio per dare solidità alla retroguardia, ma fin qui in palese difficoltà sulla gestione dei cartellini e ripetutamente squalificato. C’è da starne certi, comunque: non potrà che tornare utile. Mentre l’altro bresciano Massimiliano Mangraviti cerca di dare manforte con prestazioni buone, passando dal ruolo di esterno sinistro a centrale, il reparto grava sulle spalle di «Cista». Giocatore già entrato nel giro della Nazionale nel periodo delle prime esperienze dell’ex compagno di squadra Tonali (fine 2019), giovane-non più giovane con qualità da serie A, è tra gli ultimi dai quali ci si aspetterebbero determinate incertezze, o determinati passaggi a vuoto.

Anche perché - oltre al presenzialismo e all’attaccamento speciale alla magia - Andrea in stagione ha pure dato un contributo in attacco che per un difensore è tutt’altro che banale o scontato. Come l’attaccante Ayé, ha infatti già realizzato tre reti, tutte in trasferta. La prima aveva dato il la alla rimonta di Ascoli. La seconda, sempre su assist di Pajac, aveva deciso la sfida del Tardini di Parma.

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«Un gol che non dovevamo prendere» è uno dei ritornelli con cui Inzaghi ha descritto le ultime défaillance difensive delle sue rondinelle. Si è espresso in questi termini a Como (difesa molto disattenta su Cerri), e lo stesso ha fatto ieri nella pancia dello Zini, parlando di una rete - quella di Di Carmine - «giunta quando ormai la partita era instradata verso il pareggio, che sarebbe stato tutto sommato giusto».

Già, Di Carmine. È interessante ascoltare pure la versione del diretto interessato. Scusi, Samuel, ma è stato bravo lei, ha sbagliato Cistana, oppure... «La palla lunga di Valeri era buona - racconta l’attaccante grigiorosso -. Io mi sono lanciato e ho visto che il portiere tentennava. Ho raggiunto la palla e ho calciato in pallonetto». Infine, restando sui testimoni oculari, ecco Mangraviti sul primo gol subito: «Su un rilancio così lungo dovevamo scappare via, alzare la linea, lasciare Gaetano in fuorigioco. Non siamo stati abbastanza reattivi». Il campionato è ancora lungo, ma serve ritrovare la difesa migliore. Perché questa serie B fa proprio come Samuel Di Carmine. Punisce le incertezze. E, soprattutto, non aspetta nessuno.

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