Brescia, ora che succede? «Titolo sportivo alla Figc, non alla Loggia»

Partiamo da un assunto: «In Italia non c’è una regola che preveda l’acquisto di un titolo sportivo – precisa l’avvocato Pierfilippo Capello, esperto in diritto sportivo –. Esiste qualche precedente che rientra in una sorta di zona di grigio, ma in generale non è previsto». E infatti la casistica che si lega al tavolo convocato in Loggia per il caos Brescia è un’altra: provare a incassare la disponibilità di una delle tre bresciane in C (FeralpiSalò, Lumezzane e Ospitaletto), e da lì ripartire con un cambio di denominazione e nuovi ingressi societari.
Avvocato, facciamo un passo indietro: che fine farà ora il titolo sportivo del Brescia?
«Quando una società di calcio fallisce, il titolo sportivo torna alla Figc, che affida al sindaco del Comune di riferimento l’incarico di individuare un soggetto al quale possa essere conferito. Se l’Amministrazione ha più di un interlocutore, avvia una sorta di “beauty contest” per scegliere l’assegnatario più adeguato. In questa fase, però, il titolo resta di proprietà della Figc, e mai del Comune, che riveste semplicemente un ruolo da intermediario».
Ponendo che il nuovo Brescia possa raccogliere l’«assist» di una tra Ospitaletto, FeralpiSalò e Lumezzane, quali scenari si configurerebbero?
«Partiamo dal logo, che è un marchio commerciale: in questo caso andrebbe sondata la possibilità di prenderne possesso. È un discorso a parte. I colori sociali, sulla carta, sono quelli del titolo messo a disposizione. Ma mi lasci aggiungere una cosa».
Prego.
«Il titolo sportivo non si limita al diritto a partecipare a un campionato. Rappresenta anche la storia di una società. Se la Juventus fallisse e qualcuno rilevasse il suo titolo sportivo, si approprierebbe anche dei suoi scudetti. Un Brescia privato dell’attuale titolo sportivo, a prescindere dal nome con il quale ripartirebbe, non potrebbe dire di avere avuto tra le proprie fila Baggio o Guardiola».
Un cambio di denominazione però sarebbe un’ipotesi percorribile.
«Sì, quello tecnicamente può essere fatto. Ma vale il discorso di cui sopra: puoi cambiare nome, ma formalmente non recuperi la storia».
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