Calcio

Brescia, Bisoli senza pensare alla categoria: il capitano pronto al sì

Il punto di partenza sarebbe comunque rinnovare il contratto che scade nel 2024
Dimitri Bisoli - © www.giornaledibrescia.it
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Costruire è difficile, ricostruire di più. Perché significa scavare nuove fondamenta, creare nuovi presupposti. E non c’è dubbio, nel caso del Brescia, che partire da zero sia la cosa migliore.

L’aria, specie nell’ultima stagione, è stata troppo tossica e ha finito per contagiare un po’ tutti. Azzeramento, rivoluzione, non possono che essere parole d’ordine e d’altronde è quello che -almeno a intenti per ora- è quello che si intenderá fare. Ma a ogni regola corrisponde una eccezione. Che nel caso di specie potrebbe essere costituita da Dimitri Bisoli. Quasi che il capitano rappresentasse una sorta di vincolo paesaggistico.

Situazione

A qualcosa, a qualcuno, c’è bisogno di attaccarsi e accodarsi per trovare una nuova strada e d’altronde la mancanza d’attaccamento e di appartenenza del Brescia di Cellino è stata una delle spiegazioni che hanno portato al disastro sportivo. Se venisse effettuato un sondaggio tra i tifosi, sarebbe probabilmente schiacciante la maggioranza che non avrebbe dubbi nell’indicare la via «Rifondazione, ma ripartendo comunque da Bisoli».

Un giocatore nel quale, specie negli ultimi mesi, chi ha il Brescia nel cuore ha ritrovato qualcosa di sè, ma soprattutto dell’essenza del Brescia che fu. Questione di spirito, di interpretazione ancora più che di valori tecnici. Bisoli, ritrovatosi capitano tre anni fa con il «caso fascia», brutalmente tolta a Torregrossa, era nato soldato ma ha saputo diventare generale trasformandosi in leader. La domanda è: a parte che il Brescia ancora coltiva speranzielle di B, Bisoli rimarrebbe in C? La risposta a una domanda che Bisoli stesso ha iniziato a porsi smaltendo la delusione retrocesisone è: sì. E questo è un punto di partenza.

Che significa tanto per un giocatore arrivato dalla serie C - pescato proprio da Renzo Castagnini - nel 2016, che ha coronato il sogno della serie A, che ha mercato in serie B, ma che ora nel pieno della carriera, a 29 anni, si ritrova comunque eventualmente disposto a una specie di ritorno alle origini. Per il Brescia. Tra il dire e il fare, c’è però di mezzo tanto: ci sono di mezzo le condizioni. E queste, giustamente, non sono un dettaglio. Bisoli ha il contratto a scadenza 2024 ed è chiaro che per poterlo ipotizzare ancora a Brescia, significa partire da un rinnovo: Bisoli sarebbe un valore aggiunto, anche una specie di garanzia (a prescindere dalla categoria) per chi verrà chiamato a far parte di un nuovo - si spera - progetto, ma anche il Brescia lo deve percepire come tale. Perché non sarebbe un giocatore qualunque, ma un muro portante attorno al quale iniziare a coltivare quel senso di comunità che è andato perdendosi.

Attesa

In giorni che sono ancora di stallo in casa Brescia (l’idea è di attendere la dead line delle iscrizioni ai campionati, cioè il 20 giugno) chi lavora attorno al Brescia non può che limitarsi - sia sul fronte allenatori (Caserta e Toscano appaiono profili credibili se si tratterà di C) sia giocatori - a sondare terreni. E con Bisoli il sondaggio ha portato a un sì, a una disponibilità di massima a ragionare sulla serie C. La parola ultima spetterá a Massimo Cellino che continua a restare in silenzio e che ora sul fronte sportivo, tranne che sul fronte delle battaglie legali (viene descritto come

veramente deciso ad andare fino in fondo) ha staccato una spina che riattaccherà solo certezze alla mano. Nel frattempo il diesse Castagnini dopo due giorni a Brescia è tornato a Reggello da dove lavorerà via telefono.

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