Calcio

Brescia, speranze ripescaggio ridotte dopo l'ok al piano della Reggina: cosa succede ora

Il ricorso delle rondinelle è stato dichiarato inammissibile e fuori tempo, ma la società potrebbe comunque pensare a un ricorso
Massimo Cellino, patron del Brescia Calcio - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino, patron del Brescia Calcio - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
AA

E ora la serie C è più vicina per il Brescia. Quella C maturata sul campo dopo il drammatico play out con il Cosenza che le rondinelle speravano di evitare con una riammissione in serie B, sta prendendo sempre più contorni reali per la Leonessa dopo che è sfumata la «carta Reggina».

Il tribunale di Reggio Calabria ha infatti omologato il piano di ristrutturazione dei debiti presentato dalla società amaranto, «spianando» di fatto la strada all’iscrizione in B dei calabresi.

La sentenza

La sezione fallimentare del tribunale reggino - presieduta da Giuseppe Campagna con i giudici Ambra Alvano e Stefano Cantone - ha quindi rigettato le opposizioni di Agenzia delle Entrate, Inail, Inps e dello stesso club di via Solferino, applicando il codice di crisi di impresa e insolvenza, dichiarando conforme lo stralcio al 95% dei debiti verso l’Erario, consentendo così alla società granata di abbattere una pendenza di circa 14,5 milioni di euro, considerando tale azione più conveniente rispetto ad una liquidazione. La Reggina ora deve saldare le pendenze dell’anno in corso - circa 7-8 milioni di euro - per poi procedere all’iscrizione al prossimo campionato di serie B, da ottemperare entro martedì prossimo (20 giugno).

Quanto all’esposto della Leonessa - difesa nel procedimento dagli avvocati Giacomo Fenoglio e Federico Fossanova - è stato detto che «non ha significato alcuno». Per due motivi: in primis perché tardivo, visto che la domanda di omologa della Reggina è stata presentata il 2 maggio e il ricorso andava fatto entro l’1 giugno, considerando che l’integrazione successiva nel 19 maggio non cambiava il periodo di decorrenza. E in secondo luogo perché dichiarato inammissibile, perché l’interesse del Brescia ad anelare ad un ripescaggio in serie B «non è ricollegabile né direttamente né indirettamente ad una situazione giuridica soggettiva».

Reazione

La società presieduta da Massimo Cellino non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, affidando ad uno scarno comunicato il proprio pensiero: «Brescia Calcio, preso atto della sentenza di omologazione emessa dal tribunale di Reggio Calabria, si riserva ogni opportuna azione a propria tutela». Ergo, il Brescia (e l’Agenzia delle Entrate stessa) potrebbe innanzitutto presentare ricorso. Da ieri ci sono 20 giorni di tempo, ma se non arrivasse un provvedimento d’urgenza da parte della Corte d’Appello ci vorrebbero 4 mesi per una nuova pronuncia. Nel frattempo quindi il club potrebbe anche pensare ad una richiesta di risarcimento, seguendo alcuni casi passati (c’è un precedente riferito alla Vibonese).

Ha invece parlato, eccome, la Reggina in una conferenza stampa indetta poco dopo la sentenza: «Qualcuno sperava nel fallimento dell'operazione, anche a Reggio Calabria - dice il presidente Marcello Cardona con patron Felice Saladini -. Abbiamo ascoltato tutto in silenzio, dichiarazioni estemporanee di gente che non conosceva la situazione...».

L’altra situazione

E ora? Le speranze di «ritornare» in B si affievoliscono, anche perché sul fronte Sampdoria le chance si stanno riducendo. Dopo che Radrizzani ha ceduto il Leeds alla 49ers Enterprises, si stanno ammorbidendo anche le posizioni dei creditori più scettici, con alcuni dei procuratori-creditori che stanno accettando la proposta di Radrizzani di stralciare il 60% del dovuto. Un passaggio chiave per arrivare venerdì all’approvazione del bilancio, necessaria per l’iscrizione in B. Il Brescia resta alla finestra, ma gli spiragli sono sempre più risicati. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia