Calcio

Da Orzinuovi a Londra via Madrid: Andrea Berta è volato all’Arsenal

Dopo aver creato il modello vincente dell’Atletico, l’ex bancario bresciano in missione nella Premier con i Gunners nel ruolo di responsabile tecnico
Andrea Berta con il tecnico dell'Atletico Madrid Diego Simeone - Foto Epa/Daniel Dal Zennaro © www.giornaledibrescia.it
Andrea Berta con il tecnico dell'Atletico Madrid Diego Simeone - Foto Epa/Daniel Dal Zennaro © www.giornaledibrescia.it
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Negli anni in cui il posto fisso - il posto in banca poi era il sogno di ogni mamma per il proprio figlio - era il mito da inseguire Andrea Berta scelse di andare controvento. E di svuotare i cassetti della scrivania da responsabile della piccola filiale della Bcc di Pompiano.

Allora, a fine anni ’90, il calcio era già una forte passione, ma ancora solo un rumore di sottofondo. È solo che si sentiva stretto, in gabbia. Lasciò la banca, facendo arrabbiare anche qualche familiare, e per sentirsi libero optò, in pochi lo sanno, per un lavoro da svolgere all’aperto: il muratore.

La parentesi durò poco, si riaccomodò in un ufficio, ma quei mesi passati a spaccarsi la schiena qualcosa avevano lasciato: il valore del sacrificio, della fatica e l’umiltà coltivata per continuare a rimanere con i piedi per terra. Un esercizio non per tutti coloro che iniziando a costruire le squadre per i tornei estivi della provincia bresciana e assaggiando poi il professionismo, in C2, a Carpenedolo, arrivano a salire di tappa in tappa (Genoa e Parma) al piano attico d’Europa. Per 11 anni a Madrid, da protagonista della scalata calcistica dell’Atletico.

E ora a Londra, in uno dei club più affascinanti e ricchi (valore stimato di 2.2 miliardi di euro) del mondo, l’Arsenal. La sua nomina a - in termini spicci - responsabile tecnico dei Gunners, sarà ufficiale dal prossimo venerdì, ma il 53enne di Orzinuovi, che non ama per nulla la ribalta, già da qualche settimana è al lavoro.

Con una missione precisa che, al di là del prestigio e di un maxi contratto con almeno tre anni garantiti (e un progetto di rivoluzione che riguarda anche il settore giovanile), rappresenta lo stimolo nello stimolo: spezzare il sortilegio dell’Arsenal che nonostante spese da mal di testa (solo lo scorso anno 288 milioni di euro) non vince una Premier dal 2004 e arrivare ad alzare una Champions League, che manca sia nel palmarès dei Gunners che dello stesso Berta. In palio insomma, c’è un posto nella storia.

Le fortune della carriera del dirigente sono iniziate dal fatale incontro col potentissimo agente Jorge Mendes che rimase colpito da Berta durante un viaggio in macchina per portare Miguel Veloso al Genoa. Da lì, il percorso per raggiungere la prima classe del calcio mietendo successi su successi a Madrid.

Alla festa della classe

Ma senza dimenticare mai, primo comandamento di Berta, l’aspetto umano: se moglie e figlia lo hanno seguito in Spagna e ora faranno altrettanto a Londra, la spola col «paesello» non è mai mancata: per far visita alla mamma, per stare col fratello Cesare e consigliare il nipote Alessandro (tifosissimo del Brescia) che lavora per il Padova.

Ma anche per mantenersi in contatto con gli amici di sempre. Perché, come ama ripetere a chi lo conosce «l’umiltà è il primo parametro del successo». E a esempio, un paio di settimane fa, tra un appuntamento di mercato e l’altro tra Milano e Londra, dove sta affinando anche l’intesa col tecnico Mikel Arteta, l’uomo Arsenal ha messo in agenda la festa della classe.

Mentre era stato in lizza anche per Milan e Utd, la strada per approdare al club dei ricchissimi Kroenke (proprietari anche dei Denver Nuggets di Nba) è stata lastricata di ben sette colloqui con l’inglese affinato in una full immersion a Londra durante il periodo di stacco dall’Atletico. Così, il bancario-muratore s’è fabbricato un sogno a cielo aperto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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