Andriani: «Ciliverghe sogna la Coppa Italia, altra via per la D»
Maycol Andriani è il capitano del Ciliverghe ed ha un sogno: alzare al cielo per primo la Coppa Italia Lombardia d’Eccellenza. Se domani a Lumezzane tutto andrà bene per il team di Sergio Volpi, non sarà una casualità: il centrale difensivo, classe 1987, è l’unico reduce dell’altra finale disputata nella storia recente dal Ciliverghe. «Maggio 2017, era quella dei play off di serie D e battemmo 2-1 la Virtus Bergamo. Pure lì una gara secca, pure lì senza la certezza di essere promossi: infatti la C, nonostante tutto, restò un miraggio, ma fu una grande soddisfazione. Vogliamo fare il bis, anche perché si aprirebbe una strada concreta, per quanto lunghissima, per tentare il salto in D».
Il Mapello è una squadra che segna tanto: i numeri contano o in una finale le statistiche stanno a zero? «Non penso che non conti nulla quanto è avvenuto sin qui. Certo, emergono altri valori, ma i numeri vanno comunque tenuti in considerazione e se loro hanno segnato 41 gol in 15 partite, evidentemente hanno una spiccata propensione offensiva. Tuttavia, non ci spaventiamo: non ho mai visto una squadra scarsa arrivare in una finale. Dunque abbiamo voluto fortemente giungere fino in fondo e per completare l’opera, ora, dovremo battere i più forti. È normale dover fare qualcosa di straordinario, a questo punto».
Il Ciliverghe è giunto sin qui con una certa autorevolezza... «Abbiamo creduto in questa strada che è diventata importante una volta che in campionato ci siamo allontanati dal Lumezzane, pur restando concreta l’opzione play off. Credo che un grosso contributo sia giunto pure dai giovani: non vediamo l’ora di scendere in campo, anche gli Under che, sono certo, saranno all’altezza. Non dico che non sentiranno l’emozione, ma noi vecchi daremo loro una mano: ci hanno aiutato sin qui, sapranno farlo ancora». Quanto è pesante questa attesa prolungata dal Covid? «Quando dico che non vediamo l’ora di giocare questa finale, mi riferisco proprio a questo. Noi abbiamo cercato di essere al massimo per il 6 gennaio, poi pochi giorni prima siamo stati fermati. Così siamo ripartiti, non dico da zero, ma con un orizzonte di nuovo lontano: è stato come preparare non una, ma due finali. Da un certo punto di vista, gli stimoli saranno ancora più alti».
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