Basket

Profondo rosso Agribertochi: a Treviglio è una disfatta

Sul pianeta Orzinuovi non ci sono segni di vita Steccano titolari e rincalzi Adesso urge cambiare
Aaron Epps dell'Agribertocchi Orzinuovi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Aaron Epps dell'Agribertocchi Orzinuovi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Si scrive Treviglio, si legge disfatta. L’Agribertocchi Orzinuovi non approfitta delle defezioni tra gli avversari e viene letteralmente travolta da una Gruppo Mascio che si limita all’ordinaria amministrazione. La classifica non muta.

I biancoblù orceani chiudono la graduatoria a zero punti sempre in compagnia di Biella (che rischia il colpaccio contro Cantù) e vedono allontanarsi sempre più le concorrenti per la salvezza.

Il match

La partita presenta subito una sorpresa. I padroni di casa sono costretti a rinunciare al temibile Langston per problemi muscolari, ma non patiscono il contraccolpo psicologico. Infatti, l’avvio è intenso e l’Agribertocchi sperimenta le specialità di casa al PalaFacchetti, come ottime spaziature e tiro dall’arco. Coach Bulleri si affida alla difesa a zona, ma la scelta pare controproducente e mette in ritmo i cecchini orobici (13-7 al 5’).

Il copione non cambia e, complice un Potts implacabile, le lunghezze di distacco sono presto in doppia cifra. L’unico antidoto è coinvolgere subito la panchina orceana aumentando i giri del motore nella metà campo difensiva. Tuttavia, la scelta non si rivela azzeccata (21-10 al 10’). Nel secondo quarto le mani di Orzinuovi continuano ad essere freddissime e i padroni di casa accennano un’efficace zone press che dilata ulteriormente il distacco. Spanghero e compagni paiono un pugile suonato (28-14 al 15’). La partita ha molte similitudini con la trasferta di Mantova. Ma va peggio. Le squadre in campo sono agli antipodi per brillantezza, compattezza e dinamismo. Il tabellone al riposo è già impietoso (42-26 al 20’). 

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Il riposo non migliora le sorti

Altri 20 minuti. Al rientro dagli spogliatoi è lecito attendersi un moto d’orgoglio. Nulla di tutto ciò. Comprensibilmente, coach Bulleri sbotta in panchina e cestina quattro quinti dello starting five schierato. Treviglio inserisce il pilota automatico (60-34 al 25’). Con le seconde linee aumenta sì l’applicazione, ma anche l’approssimazione, e solo un Sandri efficace terminale offensivo impedisce il doppiaggio trevigliese. Con la prima tripla della serata (proprio così) griffata Corbett, il match si trascina stancamente all’ultimo periodo (63-44 al 30’). Con il terzetto Epps-Renzi-Spanghero «panchinato» e in castigo, il quarto finale rappresenta una ghiotta opportunità per le giovani leve di entrambe le squadre. Vista la sterilità offensiva dei protagonisti, il terzetto viene riproposto, ma la partita è ormai in cassaforte per il sempre chirurgico Sacchetti e compagni (67-49 al 35’). La chiosa è pura accademia con il margine che aumenta tristemente.

L’auspicio era quello di vedere una squadra viva, ma ciò non è accaduto. In questo momento servirebbe un «brodino», ma il basket è crudele e non contempla pareggi. Finale: 76-53.

La chimica che manca

Rapide considerazioni. Presi uno ad uno, i giocatori biancoblù troverebbero spazio in qualsiasi squadra della categoria. Detto questo, è ormai evidente che la chimica non si è creata, la scintilla non è scattata. A corollario, va aggiunto che gli stessi non sembrano avere nelle corde quella cattiveria necessaria per uscire dalle sabbie mobili. Il condottiero è già cambiato. Urgono riflessioni sugli interpreti. Moore della Germani è un’opzione?

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