Sci, per Franzoni e Rossetti questi sono Mondiali per il futuro

Mondiali «di costruzione». Giovanni Franzoni e Marta Rossetti lasciano Saalbach con buoni piazzamenti e qualche rimpianto per aver lasciato l’impressione che si sarebbe potuto raccogliere qualcosa di più.
Il bilancio
Il velocista di Manerba del Garda lascia l’Austria con un’uscita in superG, un ventunesimo posto in discesa e un ventesimo in gigante senza una vera preparazione. Troppo poco? In relazione al potenziale sì (il rimpianto vero è nel supergigante), considerando il trend annuale no. La slalomista di Raffa di Puegnago, invece, colleziona un ottavo posto nella combinata a coppie (insieme a Nicol Delago) e un quindicesimo nello slalom. Rimpianti? Più d’uno, ma dopo una stagione di Coppa del Mondo su cui grava ancora uno «zero» in classifica, essersi fatta trovare pronta e competitiva è un merito.
Potenziale
Certo, va detto che i bresciani a tratti hanno fatto intravedere il potenziale a disposizione. Specialmente Franzoni in superG, prima di uscire, era realmente in lizza per il podio e anche in gigante ha saputo inserirsi (e recuperare quattro posizioni nella seconda manche) confermando come i guai post infortuni abbiano lasciato spazio alla consapevolezza. Va anche detto che Franzoni appare veramente l’unico barlume di speranza nel domani dell’Italia, che esce dai Mondiali di Saalbah-Hinterglemm con due ori e un argento. Ma al di là dell’oro conquistato nel parallelo a squadre, una sorta di «lotteria» che comunque ha fatto intravedere le doti in campo femminile di Giorgia Collomb (i risultati giovanili, però, già da anni parlavano per lei), gli altri due metalli sono arrivati dall’immarcescibile Federica Brignone, 35 anni a luglio. E anche in campo maschile, il più vicino a salire sul podio – in discesa – è stato l’eterno Dominik Paris, 36 anni a breve.
Verso i Giochi
Insomma, se l’Italia femminile non è giovanissima ma è un vero squadrone in tre discipline su quattro, al maschile c’è un problema di ricambio generazionale. Lo testimonia il fatto che nelle discipline «convenzionali» l’altra top10 è arrivata da un altro quasi 35enne, il gigantista De Aliprandini. L’Italia deve crescere alla svelta perché tra un anno ci sono i Giochi di Milano-Cortina e non farsi trovare pronti sarebbe un delitto. Un discorso che Franzoni ha già fatto dopo la discesa e che può fare anche Rossetti. Sia nella combinata a coppie (alla fine la medaglia non è arrivata per una sbavatura costata quattro decimi) che nello slalom (undicesima posizione e poi quindicesima finale, anche qui per un errore quando la gardesana era in versione «rischiatutto» e poteva valere il sesto-settimo posto) ha fatto vedere che il materiale c’è. Se si riesce a fare il salto mentale, allora l’Olimpo non è solo un’utopia.
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