Pop e internazionale, la Mille Miglia seduce un’Italia che primeggia

Popolare come sempre, impegnativa come poche, avvincente in termini di classifica come non succedeva da anni. È stato tutto questo la Mille Miglia 2025 andata in archivio ieri all’ora di pranzo con l’arrivo sulla pedana di viale Venezia, dopo cinque giorni di gara e 1900 chilometri di percorso «a otto» in un’Italia affrontata in lungo – fino a Roma – e in largo – tra sponda tirrenica e adriatica –. Sotto un sole cocente e con un caldo asfissiante, compagni di un viaggio che racconta la storia di una nazione.
Trionfo bresciano
E alla fine, nonostante il 70 per cento degli iscritti sia straniero e il 20 per cento parli olandese, è ancora Vesco mania. Come nel 2024, nel 2023, nel 2022, nel 2021 e nel 2020. Senza dimenticare le edizioni vinte nel 2016 e 2017 con Guerini. Per dirla alla Antonio Conte: «Chi vince scrive la storia, chi perde la legge».
Il dominio del duo bresciano, iniziato già da martedì con le prove in Castello, è stato messo in pausa solo per una notte, quella di Parma, quando Erejomovich-Llanos avevano preso il comando della corsa.

Nell’ultima tappa, Vesco e Salvinelli hanno rimesso la loro Alfa Romeo 6C davanti a tutti. «È stata davvero dura stavolta perché gli avversari non hanno mai mollato» il commento dell’equipaggio valtrumplino. I due che ormai hanno unico cognome, «Vescosalvinelli», sono considerati dei marziani dal resto del gruppo. «Ho guardato in faccia Andrea prima di salire in auto a Parma e ho capito che avremmo vinto ancora. È un extraterrestre» ammette il navigatore Fabio Salvinelli.

Il resto del podio è argentino in una sorta di rivincita a quattro ruote di quell’Argentina-Italia che 25 anni in semifinale a Napoli costò l’eliminazione dai mondiali alla Nazionale di Vicini. Erejomovich-Llanos, nonostante una gara perfetta, alla fine si sono dovuti accontentare del secondo posto e Tonconogy-Ruffini del terzo dopo una clamorosa rimonta.

Festa
Termina così una manifestazione pop paragonabile solo al Giro d’Italia per numero di presenze a bordo strada, in qualsiasi ora del giorno. All’alba alle partenze, mai dopo le 5.45, e abbandonate dopo mezzanotte quando l’ultima vettura chiudeva le prove di giornata. E fa sempre effetto constatare che queste auto che sono lusso per pochi diventano per cinque giorni patrimonio di tutti.
Restano negli occhi le folle di Ferrara, Siena, San Marino, Cervia, Orvieto. La gente sui passi della Futa e della Raticosa, il fascino di Viareggio e Sansepolcro e le migliaia di appassionati che hanno consumato i polsi a sventolare le bandierine con la Freccia Rossa. Simbolo di un’Italia che sa ancora primeggiare.
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