Malagò: «Jacobs, ma non solo Brescia è davvero da podio»
«Nel tempio del tiro a volo», come lo definisce, a Lonato. Ma anche a pochi chilometri da Desenzano, terra di quel Marcell Jacobs che ha ricoperto d’oro l’Italia alle ultime Olimpiadi. Giovanni Malagò, presidente del Coni, è stato grande ospite della penultima giornata della tappa gardesana del’Issf World Cup Shotgun, la Coppa del Mondo di tiro a volo, ospitata dal Trap Concaverde.
Intercettato tra un collegamento Skype con il Cip, Comitato italiano paralimpico, e la rapida presentazione del libro «Il nuovo management sportivo tra passione e professionalità» (Alessandro Calamita, Sara Zuccarino), ha lodato il valore della Brescia sportiva, anche al di là dei clamorosi risultati del velocista benacense, e ha espresso un desiderio per tutto il movimento nazionale.
Jacobs e non solo...
A pochi metri dai piattelli e a qualche chilometro della casa di Marcell, si diceva, ma anche nello stesso impianto in cui si trova una figura che in queste ore ha fatto discutere. Quella di Vladimir Lisin, russo, presidente della federazione internazionale del tiro. Su di lui e sulla sua presenza a Lonato, il presidente del Coni si è espresso con grande diplomazia. Non era facile immaginarsi l’Italia davanti a tutti, alle Olimpiadi, tanto nei 100 metri quanto nella staffetta 4x100. E quelli di Tokyo sono stati in generale Giochi «epocali»: record di medaglie, almeno una per giornata. Si dice che confermare il valore di determinati exploit sia più difficile dell’atto stesso di compierli... «Prima di Tokyo pensavo che il difficile sarebbe stato vincere così tanto. La realtà mi ha smentito, e adesso la vera sfida, e penso a Jacobs, sarà proprio quella di riconfermarsi. I suoi risultati nella nuova stagione, però, sono già molto buoni. Tra l’altro, tornerò qui tra qualche mese per il suo matrimonio (il 17 settembre, a Gardone Riviera, ndr)».
La nostra terra, però, vola sulle ali di solide realtà sportive a 360° (ieri a Lonato Malagò si è intrattenuto a lungo con Giorgio Lamberti («nuotatore monumentale, che ha sventolato la nostra bandiera in tutto il mondo»). «Esistono classifiche delle province italiane che combinano le eccellenze sportive individuali e di squadra (qui da voi, le rondinelle che puntano a tornare in A, la Germani, la solidissima An e molte altre) con il numero di abitanti. Brescia, senza dubbio, è sul podio in Italia. Mi complimento».
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Il commento
Durante la parte istituzionale della visita di Malagò (che poi si è fermato, accanto al presidente della Federazione italiana tiro a volo Luciano Rossi, a osservare le gare), Lisin è rimasto in disparte. «È il presidente della federazione mondiale del tiro, e quindi aveva tutto il diritto di essere qui - ha affermato il numero uno del Coni -. La cosa peggiore che un dirigente sportivo può fare è sostituirsi al ruolo di chi è chiamato a prendere decisioni politiche e istituzionali. Su questo aspetto, io sono molto corretto». Lisin, nei giorni scorsi, si sarebbe però preso la libertà di interrompere una semifinale della fossa olimpica, pretendendo di «cambiare le regole» (circa l’aggiornamento del pubblico da parte dello speaker sui punteggi) e chiedendo di chiamare chi è in gara «atleta», e non «tiratore». «È quanto di più sbagliato si possa fare. Prevaricare i ruoli è devastante», ha tagliato corto il numero uno del Coni, al quale abbiamo poi chiesto di esprimere un desiderio per il futuro del movimento sportivo italiano: «Uno solo? Che tutti abbiano rispetto per quello che ha fatto lo sport in questo Paese...».
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