Altri sport

Le lacrime per Elena Fanchini: addio, campionessa coraggiosa

A soli 37 anni la malattia si porta via l’ex velocista. Da Montecampione fino all’argento iridato in discesa
Loading video...
ADDIO A ELENA FANCHINI
AA

Non temiamo di cadere nella retorica, se diciamo che Elena Fanchini è stata un esempio di grinta e coraggio. Lo è stata sugli sci, vincendo e cadendo, rialzandosi sempre dopo i tanti infortuni, perfino dopo un tumore. Quella malattia subdola che s’è ripresentata negli ultimi mesi e l’ha portata via per sempre ieri, in una fredda sera di febbraio, a soli 37 anni.

Il dolore

Elena, classe 1985, lascia troppo presto un vuoto immenso. Nella sua famiglia, unita più che mai, in mamma Giusy e in papà Sandro, nelle sorelle minori Nadia e Sabrina, nell’ora marito Denis, che non l’hanno mai lasciata sola un momento in questa ultima, dolorosa battaglia. Ma lascia un vuoto immenso in tutto lo sci e lo sport italiano, di cui è stata protagonista e non comparsa, arrivando fino all’argento mondiale giovanissima.

Elena Fanchini in una recente fotografia pubblicata sui suoi canali social
Elena Fanchini in una recente fotografia pubblicata sui suoi canali social

Non è un modo di dire inflazionato affermare che Elena Fanchini va ricordata con il sorriso. Il suo era contagioso, spontaneo, da sfoggiare nelle vittorie e nei momenti più duri, sul podio o in una sala d’ospedale, perché è così che Elena amava vivere. Sorridente, genuina, coraggiosa in ogni sfida che si presentava, grata per quel sogno sugli sci che è nato in maniera naturale, appena fuori dalla porta di casa, a Montecampione.

L'ascesa

Elena Fanchini abbracciata alla sorella Nadia - © www.giornaledibrescia.it
Elena Fanchini abbracciata alla sorella Nadia - © www.giornaledibrescia.it

A tre anni è papà Sandro a metterla sulla neve, non sapendo che quello sarebbe stato il filo conduttore di tutta la vita di Elena. Dopo le vittorie fin da piccola condivise con la sorella Nadia, i primi infortuni ma anche i primi trionfi. Uno su tutti, l’incredibile argento ai Mondiali 2005 di Bormio e Santa Caterina Valfurva alle spalle di Janica Kostelic, quando il mondo intero conobbe quelle sorelle terribili capace di magie sugli sci. E poi la prima vittoria in Coppa del Mondo a Lake Louise nel dicembre di quell’anno, altri infortuni (il ginocchio fa crac nel 2008, come già nel 2004), difficoltà, piccoli intoppi, la voglia di non mollare, la capacità di tornare due volte di fila sul podio a fine 2013.

E poi la seconda vittoria, dieci anni dopo la prima, nel gennaio 2015 a Cortina d’Ampezzo in una discesa magica. Proprio in quella Cortina dove poche settimane fa Sofia Goggia vinse dedicando il pettorale rosso di leader proprio all’amica Elly. Ma questa è un’altra storia.

La diagnosi

Questa storia riguarda gli ultimi cinque anni di Elena. Partono nel gennaio 2018, quando scopre di avere un tumore e deve rinunciare alle Olimpiadi di Pyeongchang: sarebbe stata la sua quarta partecipazione (Torino 2006, Vancouver 2010 e Sochi 2014) dopo anche sei Mondiali e 171 gare di Coppa del Mondo con 2 successi e 4 podi totali. E lì riecco la Fanchini campionessa di grinta e coraggio. «La mia carriera non finirà così», disse.

E infatti affronta la malattia con la determinazione che la contraddistingue, vince la battaglia, ha l’incredibile forza di tornare ad allenarsi e rientrare in squadra per tornare in pista nella stagione 2018/2019. Ma durante un allenamento a Copper Mountain, in Colorado, ecco la malasorte che si rimette tra le ruote: caduta e rottura di tibia e perone. Ci aveva provato anche quella volta, a rialzarsi. Ma i dolori l’hanno portata all’addio, nell’aprile 2020, in piena pandemia, in simultanea con Nadia, nel frattempo diventata mamma come l’altra consanguinea Sabrina.

L'amore

Legate da sempre: Elena con Sabrina e Nadia da piccole - Foto tratta da Facebook
Legate da sempre: Elena con Sabrina e Nadia da piccole - Foto tratta da Facebook

In quelle sorelle con cui ha sempre vissuto un legame simbiotico, nei piccoli Alessandro, Davide, Nicolò ed Edoardo, in tutta la sua famiglia, Elena ha trovato negli ultimi sei mesi la forza per provare ad opporsi nuovamente al quel nemico subdolo, per non farsi sopraffare dai cattivi pensieri, per non perdersi un solo singolo momento di vita. Mesi duri, affrontati con la solita determinazione. Tra la sua casa a Solato di Pian Camuno, quella della sorella Nadia sul lago d’Iseo, gli ospedali. Mai arrendevole, sempre col sorriso, anche quando a novembre promuoveva un’iniziativa dell’Airc, dove ora per sua volontà si può fare una donazione per la ricerca sul cancro. Dell’associazione era diventata una testimonial, per tutti resterà un esempio.

Ora riposa nella sua casa di Solato, dove domani alle 19 ci sarà la veglia di preghiera. Sabato alle 10.30 l’ultimo addio.

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato