Jacobs verso un Mondiale d’onore: «Fatto tutto per ritrovare la forma»

L’uomo dei sogni non ha voglia di parlare. Preferisce trascorrere una serena domenica attorno al focolaio domestico, col pensiero già proiettato alla prova di sabato sul manto rosso dello stadio di Budapest.
Eppure, a due giorni dalla partenza per l’Ungheria - prevista dall’aeroporto di Fiumicino per mercoledì - Marcell Jacobs, benché telegraficamente, esaudisce la richiesta di comunicare ai lettori del Giornale di Brescia le sue sensazioni alla vigilia dell’imminente Campionato mondiale.
Sentimenti
«Sono sereno, in questi mesi e fino agli ultimi giorni ho fatto tutto quello che potevo per ritrovare la condizione, nonostante i problemi che ho avuto. Io e lo staff abbiamo lavorato duramente facendo avanti e indietro tra Roma e Monaco. Sono soddisfatto, mi sento molto meglio. Ho sempre detto che siamo umani, non siamo supereroi. L’importante è non mollare mai».
Questo è quanto il campione olimpico ci ha riferito, confermando non solo che partirà per la capitale magiara, ma che il 19 sera si accovaccerà sul blocco di partenza, a quasi due mesi e mezzo dalla disastrosa volata di Parigi in Diamond League, l’unica uscita di questa maledetta (finora) stagione all’aperto.
Guai e allenamenti
I problemi al nervo sciatico lo hanno tormentato da maggio in poi e per cercare di risolverli, una volta per tutte, Jacobs ha fatto la spola tra la sua casa romana e lo studio bavarese del luminare tedesco Hans-Wilhelm Müller-Wohlfahrt, medico che aveva cominciato a consultare già nel 2019 alla vigilia dei Mondiali di Doha.
Adesso Jacobs è in condizione di correre, a dimostrarlo sono le sgambate effettuate venerdì e sabato durante il raduno degli staffettisti a Roma.

Una cosa però è semplicemente gareggiare, un’altra è vincere il titolo iridato. Per salire sul tetto del mondo, mettendosi al collo l’unica medaglia che manca alla sua collezione, il gardesano dovrà esprimersi tre volte nel giro di ventiquattr’ore: cosa che è riuscito a fare l’ultima volta tra il 31 luglio e il 1° agosto 2021. È dai Giochi di Tokyo infatti che il poliziotto non ha messo in fila tre volate ravvicinate sul rettilineo lungo.
Inutile nascondersi: la capacità di reggere lo sforzo ripetuto è l’enigma con cui l’azzurro si presenterà all’appuntamento dell’anno. Nessuno, nemmeno l’allenatore o il fisioterapista, sono in grado oggi di dire se Marcell abbia le tre volate nelle gambe.
Precedenti
Un anno fa al Mondiale di Eugene la mattina dopo la batteria andò ko e fu costretto ad alzare bandiera bianca, ma un mese dopo a Monaco riuscì a concludere due volate ravvicinate per acciuffare l’oro europeo in 9”95, crono che gli ha consentito di qualificarsi per Budapest.
In Germania si presentò in finale incerottato, concluse la fatica zoppicante, ma riuscì a spuntarla grazie alla mente. Quella testa magica che in inverno gli ha consentito di arrivare secondo all’Europeo al coperto, pur correndo la finale spingendo con una gamba sola, dopo aver fatto tre volate corte in un giorno. Stavolta le fatiche saranno ancora tre, ma sui 100 metri non sui 60, e dopo un periodo di inattività di settanta giorni. Serviranno quindi sia la mente, sia il fisico. Jacobs non è il favorito, ma comunque non potrà nascondersi, perché per passare il turno bisognerà correre attorno ai 10 netti sin dalla batteria. Impegno che una volta sarebbe stata una passeggiata, e che adesso sembra una scalata dell’Everest. Ma come lui stesso ha detto, mai mollare.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
