Altri sport

Il ciclista Van Hooydock costretto al ritiro come Colbrelli, Sonny: «Vivi, non sei solo»

Dal campione di Casto messaggio di speranza al 27enne belga della Jumbo-Visma, che pure ora indossa un defibrillatore sottocutaneo
Sonny Colbrelli e Nathan van Hooydonck
Sonny Colbrelli e Nathan van Hooydonck
AA

Altra nazione. Altra gara. Stesso sport. Stessa sorte. Quella che accomuna il campione di Casto, Sonny Colbrelli, al belga Nathan van Hooydonck. Ciclista come lui, come lui tradito da un cuore che pur abituato alla fatica di volate e salite si è fermato all’improvviso il 12 settembre scorso mentre era al volante di un’auto. Ne è derivato un incidente mentre il 27enne si trovava proprio in Belgio, a Kalmthout. Si è salvato , ma la sua carriera sportiva si è conclusa per sempre. Un’avventura coronata dall’approdo alla Jumbo-Visma (il team World Tour che proprio quest’anno ha visto i suoi atleti aggiudicarsi tutti e tre i grandi giri a tappe: Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a Espana) terminata in un giorno di fine estate come tanti.

A lui è però giunto un messaggio da chi più di ogni altro può capirlo in queste ore difficili: «Non sei solo». Parola di Sonny Colbrelli, appunto, il bresciano che dopo aver vinto una Parigi-Roubaix e mentre ancora deteneva la maglia del campione europeo, è crollato sull’asfalto della Vuelta a Cataluna, con il cuore in panne. E si è visto crollare il mondo addosso, dovendo rinunciare all’agonismo in poche settimane.

Come Colbrelli, anche van Hooydonck ha dovuto sottoporsi all’intervento con il quale i battiti cardiaci sono monitorati e, in caso di aritmie improvvise, riportati a regime da un defibrillatore sottocutaneo (ICD). Quanto basta a vivere sereni, ma senza l’ebbrezza delle volate e l’adrenalina delle corse ciclistiche.

«Mi rendo conto di essere stato davvero fortunato. Ora sto bene, ma devo ancora fare i conti con il fatto che tutto questo segna la fine della mia carriera professionale» ha commentato in una nota diffusa dal team il corridore fiammingo.

Il messaggio di Sonny

La spinta motivazionale più preziosa è arrivata dal Cobra valsabbino: «So cosa ti passa per la testa. So cosa provi e il dolore. So la tua unica domanda: perché io? So come ci si sente nel letto d'ospedale mentre ti rendi conto che la tua carriera sarà finita al 90%, ma nella tua testa non vuoi crederci… Ma in questi momenti bisogna essere forti e pensare di essere vivi. Voglio dirti che non sei solo e non sarai mai solo... Ti auguro il meglio nella tua nuova vita...» le parole semplici, ma dirette e di certo sentite che Colbrelli ha affidato ai social perché giungessero anche al collega belga.

Van Aert: «Perdo il miglior compagno»

Gli attestati di affetto e di stima per il quale in queste ore, dopo l’annuncio del ritiro si sono moltiplicati. Tra chi si è stretto all’ormai ex corridore c’è il suo compagno di squadra Wout Van Aert. «È davvero molto triste, anche se quello che conta è che Nathan sia vivo. Ha già sofferto molto nella sua vita, non è giusto. Con lui perdo il mio migliore compagno di squadra» ha affermato in un’intervista a Sporza, ieri medaglia di bronzo nella cronometro ai Campionati europei in Olanda.

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia