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«Ho pianto vedendo i miei figli»

Giorgio Lamberti, ex nuotatore
Orgoglioso di quanto hanno saputo fare Michele e Matteo a Parigi
I fratelli Michele e Matteo Lamberti, nuotatori - Foto presa da Instagram
I fratelli Michele e Matteo Lamberti, nuotatori - Foto presa da Instagram
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Ho vissuto due Olimpiadi, quella di Seul nel 1988 e quella di Barcellona nel 1992, ma nulla è paragonabile a questa, dove non ero io a partecipare mai i miei figli Michele e Matteo. Un’emozione intensa, fa parte di quelle gioie uniche, ho provato queste cose solo quando sono nati. Non mi vergogno a raccontare che quando è arrivata la convocazione mi sono commosso: i miei figli, con i loro sogni, le loro certezze e le loro difficoltà, avrebbero rappresentato l’Italia nella competizione più importante. Stiamo vivendo come famiglia momenti indimenticabili.

La lode va a Michele e Matteo, ma anche a mia moglie Tanya che ha i meriti tecnici e genitoriali della loro crescita. Abbiamo accompagnato sia Michele sia Matteo durante tutti i passaggi della loro carriera e averli lasciati andare è stata la scelta giusta. Si sono confrontati con atleti al loro pari o più forti e in questo modo hanno raggiunto Parigi.

Il risultato tecnico ottenuto non è stato soddisfacente? Forse.

Michele era molto rammaricato perché fosse stato nella sua migliore condizione avrebbe avuto nelle gambe il tempo per la finale. A Michele mancava freschezza, era pesante e macchinoso, Matteo ha dovuto superare infortuni, ha cambiato allenatore.

Sono arrivati entrambi molto tirati alla competizione perché hanno conquistato il pass all’ultimo. Insomma siamo orgogliosi di loro che con coraggio ci hanno provato fino alla fine. Affrontare un’Olimpiade non è una passeggiata, soprattutto emotivamente. Sicuramente sono stati più forti del loro papà che ha pianto ad ogni loro bracciata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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