Tre ambulanze e due carichi di medicine donati all’Ucraina

Partiranno sabato mattina da Pisogne portati dai volontari di DomaniZavtra. In un mese dieci tir di aiuti
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TRE AMBULANZE PER L'UCRAINA
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Tre ambulanze e due furgoni carichi di farmaci, macchinari sanitari, presidi medico-chirurgici. Partiranno sabato mattina da Pisogne alla volta del confine ucraino portati da tredici volontari dell’associazione camuna DomaniZavtra, guidati dal presidente Diego Simonini. Il materiale e le ambulanze saranno donate alle autorità ucraine, che li prenderanno in consegna per essere destinati agli ospedali di Leopoli, Kiev e Chernihiv, città a nord della capitale, bombardata e occupata dai russi, poi ritiratisi lasciando dietro morti e macerie.

Volontari 

I tre mezzi sono il dono di altrettanti sodalizi bresciani, che hanno risposto all’appello di DomaniZavtra: il Cosp di Mazzano, il Soccorso Ambulanza Roncadelle Castel Mella, i Volontari Ambulanza di Nuvolento. «Ringrazio i tre presidenti», dice Simonini. Rispettivamente Maurizio Lamberti, Francesca Bongiovanni e Giordano Forgioli. Il materiale medico, invece, è il risultato di tante generosità di enti, privati, aziende. Bresciani, ma anche bergamaschi, veronesi, persino comaschi. È il frutto dell’attività solidale che l’associazione (Zavtra, in russo, significa «domani») svolge da vent’anni a favore, in particolare, degli orfanotrofi ucraini. È nata nel 2002 con la volontà di continuare, sia pure in modo diverso, l’impegno avviato dalla Caritas negli anni Novanta, quando sul Sebino e in Valcamonica furono ospitati centinaia di orfani delle aree vicine alla centrale di Chernobyl.

Gli aiuti

Dopo la scoppio della guerra, racconta uno dei volontari, Fabrizio Prestini, lo sforzo si è concentrato sugli aiuti umanitari alle popolazioni colpite dalla guerra. In un mese per l’Ucraina sono partiti nove tir carichi di alimenti e medicine, un altro - in preparazione - raggiungerà quel Paese la settimana prossima, destinazione Chernihiv. Sabato, le tre ambulanze e i due furgoni.

L’associazione, grazie ai rapporti costruiti in questi anni con realtà, istituzioni e autorità ucraine, sa cosa, come e dove inviare gli aiuti. Ci sono stati anche trasporti mirati su richiesta di ospedali e strutture sanitarie, ad esempio di insulina oppure di strumenti per la medicina d’urgenza. Con il viaggio di sabato arriveranno anche un defibrillatore e una macchina per il trattamento delle ferite di guerra.

«La nostra soddisfazione è doppia», dice il presidente Diego Simonini. «Da una parte tocchiamo con mano una generosità straordinaria, che va oltre ogni immaginazione. Dall’altra sappiamo che tutto sarà ben distribuito».

L’appello

L’associazione ha sede a Darfo Boario Terme, in via Roma, ma conta anche su un capannone a Pisogne, in via Nistoi, e su un punto di raccolta a Costa Volpino. Il bisogno di cibo, farmaci e materiale sanitario è continuo (niente vestiti). I volontari di DomaniZavtra rilanciano l’appello (telefono 347/2282175). Gli alimenti devono avere scadenza almeno sei mesi, quanto alle medicine le più richieste sono antibiotici, paracetamolo, nurofen, sciroppi per la tosse, garze, cerotti, presidi medico-chirurgici. Niente accoglienza diretta dei profughi, invece: «La filosofia che guida la nostra azione è rimasta quella di sempre, aiutare gli ucraini nella loro terra», dicono i responsabili.

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Per altro, l’assistenza agli ospedali ucraini, con l’invio di materiali dismessi per legge in Italia ma ancora efficienti, è un’attività che il sodalizio svolgeva anche prima della guerra (in particolare verso strutture periferiche): ambulanze, strumenti, letti. In queste settimane DomaniZavtra ha messo in campo anche un’intensa attività di sensibilizzazione nelle scuole e nei paesi della Valcamonica, per chiedere sostegno. La risposta è davvero eccezionale. «Uno sforzo per dare all’Ucraina un domani di pace e di ricostruzione».

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