Per soccorrere Ottavia Piana sono all'opera 60 tecnici tra fango e gravità

I volontari specializzati del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico stanno operando nella grotta Bueno Fonteno da domenica
I tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico impegnati nella grotta Bueno Fonteno
I tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico impegnati nella grotta Bueno Fonteno
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Per gli interventi di soccorso in ambienti particolari e selettivi come quelli della grotta Bueno Fonteno in cui è bloccata da domenica Ottavia Piana, speleologa 31enne di Adro, servono tecnici preparatissimi, come i volontari della componente specializzata del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

La comunicazione dell’incidente di Fonteno è arrivata domenica verso le 19. Solo un’ora e mezza più tardi, attorno alle 20.30, una quindicina di esperti hanno iniziato a calarsi nella grotta. E in questo breve lasso hanno anche recuperato le attrezzature necessarie, mantenute sempre pronte in un deposito a Stezzano (Bg). 

A chiarire le modalità d’intervento è Corrado Camerini, medico e speleologo bresciano, che riveste il ruolo di delegato lombardo del Soccorso alpino per il settore speleologico. «Appena riceviamo la segnalazione di un incidente in grotta attiviamo con immediatezza tecnici specializzati in funzione della zona interessata, della tipologia di cavità e della gravità dell’incidente» spiega Camerini. «Le informazioni necessarie per inquadrare la situazione spesso non sono tutte subito disponibili, per cui ci muoviamo numerosi nella prospettiva di dover gestire anche situazioni particolarmente complesse. Per questo intervento abbiamo chiamato tecnici da tutta la Lombardia e da altre regioni, tra le quali Veneto, Trentino Alto Adige e Piemonte. L’operatività è stata garantita da oltre 60 volontari del Soccorso speleologico, ai quali se ne sono aggiunti altri 7 del Soccorso alpino all’esterno dell’ingresso della cavità con il compito di svolgere le operazioni di trasferimento della barella in una zona idonea al caricamento e trasporto in ospedale». 

Le fasi di recupero hanno riservato diverse difficoltà: «La grotta non è caratterizzata da ambienti stretti, ma il grado elevato di umidità e la presenza di zone molto fangose ha richiesto ai tecnici particolare attenzione per garantire il trasporto dell’infortunata muovendosi in condizioni di sicurezza. I tempi in tali circostanze si dilatano: alle 18 di ieri i soccorritori erano ancora a metà circa della grotta. La paziente ha subìto una forte contusione al ginocchio ed era dolorante. Al suo fianco nella risalita sono stati costantemente presenti un medico e un infermiere».

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