Number One: bus ripristinati ma «il problema è solo spostato»

Sulla vicenda della discoteca Belotti chiede alla Prefettura di intervenire: «Manca sicurezza. Il rischio che succeda qualcosa di spiacevole c'è»
La stazione di Rovato, punto di arrivo dei ragazzini che vanno al Number One - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
La stazione di Rovato, punto di arrivo dei ragazzini che vanno al Number One - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Rovato batte i pugni e chiede alla Prefettura di intervenire. Nel mirino, ancora una volta, la folla di giovani (soprattutto giovanissimi, tra i 14 e i 17 anni) che nel fine settimana arrivano da mezza Lombardia in Franciacorta. Direzione: la discoteca Number One di Corte Franca. Dopo le nottate complicate nei dintorni della piccola stazione ferroviaria di Borgonato, la Prefettura ha chiesto e ottenuto il ripristino dei bus navetta privati per collegare la stazione di Rovato, principale punto d’arrivo per chi si muove lungo l’asse Verona-Brescia-Bergamo-Milano, e lo storico locale notturno.

L'attacco del sindaco

«Il problema - attacca però il primo cittadino rovatese, Tiziano Belotti - è stato solamente spostato perché ora i ragazzi si accalcano, specie il sabato sera, nei dintorni della nostra stazione ferroviaria. Lo scorso sabato sera gli agenti della nostra Polizia locale, presenti con due pattuglie in stazione assieme a un’altra lunga serie di forze dell’ordine, hanno infatti constatato di persona che gli addetti alla sicurezza presenti sulle navette hanno operato una sorta di selezione, arbitraria, per decidere chi fare salire e chi no. La nostra impressione è che siano stati lasciati a terra quelle persone ritenute non troppo... desiderabili dentro il locale. Non capisco a quale titolo si faccia questa selezione e, soprattutto, per quale motivo le situazioni più problematiche le dobbiamo gestire noi a Rovato».

Nelle prossime ore Belotti spedirà una relazione in Prefettura, chiedendo un nuovo incontro. «Il rischio che succeda qualcosa di spiacevole c’è - chiosa il sindaco -: i ragazzi (o, per meglio dire, ragazzini) non è che tornano a casa se non salgono sul bus navetta. Semplicemente, s’incamminano a piedi, cercando di fare l’autostop, rubando le biciclette lasciate nella zona o, come abbiamo verificato,addirittura sdraiandosi a terra lungo il viale della stazione e obbligando così gli automobilisti a fermarsi e dare loro un passaggio».

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