Le parole di Sinatra per l'addio a Franco Ziliani

Nella chiesa di Paratico un ramo e arie d’opera ricordano le passioni del padre del Franciacorta
  • Il funerale di Franco Ziliani
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Sul feretro, tra i fiori rossi, un ramo simboleggia la passione che segnò la sua vita. Davanti, sui gradini dell’altare, c’è lo scatto che lo ritrae sorridente mentre mostra una delle prime 3.300 bottiglie di quel «Pinot di Franciacorta» che nel ’61 decretò il debutto del Metodo Classico.

Tutt’intorno, nella parrocchiale di Paratico, i cuori commossi di familiari e amici riuniti per un ultimo corale e sentito saluto a lui, Franco Ziliani, l’enologo e imprenditore visionario che negli anni Cinquanta sfidò lo Champagne proponendo al conte Guido Berlucchi di creare «uno spumante alla maniera dei francesi». E, con intuito e determinazione, cambiò il destino della Franciacorta e dell’enologia italiana.

Per ricordarlo, a margine della celebrazione, il figlio Paolo ricorre alla canzone preferita del padre, «My Way» di Frank Sinatra: «Ho vissuto una vita piena - recita il testo -. Ho viaggiato su tutte le strade. Ma più, molto più di questo, l’ho fatto alla mia maniera». E ancora: «Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi e l’ho fatto alla mia maniera». La nipote parla di «un grande esempio: il nonno ci ha trasmesso l’amore per il lavoro, la passione, la dedizione. Ci ha insegnato a non mollare mai». La figlia Cristina riferisce, invece, del «coraggio sfacciato dell’enologo trentenne senza il quale non esisterebbe questa regione vinicola diventata grande nel mondo».

E, con il ricordo nel cuore, promette che «continueremo insieme a impegnarci per questa terra. Perché un grande uomo non muore mai». I riferimenti alla vigna e alla vite percorrono tutta la celebrazione, animata dalle arie d’opera (proposte dalla soprano Marta Mari e dal maestro Giancarlo Corna, all’organo), che Ziliani amava tanto. Citando il Vangelo di Giovanni, don Tarcisio Troiani, nell’omelia, evidenzia quanto la metafora della vite sia cara a Gesù («Io sono la vite, voi i tralci»): «Cristo - osserva il parroco del borgo sebino in cui Ziliani abitava - si presenta come la vite, simbolo di pazienza, discrezione e attesa. I tralci sono le persone concrete, che hanno lavorato tanto, come Franco. Dio è il vignaiolo buono che accoglie Ziliani e ha un progetto per lui». Il sacerdote sottolinea che «la sua vita ha ruotato attorno all’amore e alla passione per il lavoro e la famiglia»

. Parla della sua «raffinata intelligenza nel portare avanti le sue idee e la sua arte di produrre vino», della sua tenacia, della sua costanza e del suo «impegno verso gli altri attraverso la Fondazione per la lotta contro il cancro e per la chiesa in cui ci troviamo: si deve a lui la vetrata vicina all’altare». «Gioia al primo sorso». Franco Ziliani viene da tutti ricordato come il padre fondatore della Franciacorta.

Il suo sogno di «creare un vino che procurasse gioia già al primo sorso», assunse concretezza, grazie alla fiducia che il conte Guido Berlucchi ripose in lui, nelle prime bottiglie che, nel ’61, scelse di chiamare «Pinot Franciacorta» perché fossero legate a questa terra. Una terra che amava e che ha saputo valorizzare rendendola degna concorrente dello Champagne.

Fondatore della Guido Berlucchi, cantina di Borgonato passata ai tre figli nel 2017, Ziliani se ne è andato nei giorni di festa (il 26 dicembre, come Gualtiero Marchesi, altro grande della Franciacorta) di un anno speciale. Quello del suo 90° compleanno. Quello del 60° anniversario dell’azienda, celebrato al Teatro Grande raccogliendo fondi per l’associazione no profit dello chef Massimo Bottura e dalla moglie Lara Gilmore.

Quello in cui il Gambero Rosso ha decretato la Guido Berlucchi «cantina dell’anno». Al suo funerale, seguito anche sul sagrato da chi non è riuscito a entrare in chiesa, non sono potuti mancare i rappresentanti dei Comuni di Corte Franca e Paratico e dell’imprenditoria come Silvano Brescianini e Marco Bonometti. In chiusura, richiamando l’immagine del banchetto usata dal profeta Isaia per descrivere il regno di Dio, il parroco riferisce che Franco «ora ha trovato in pienezza quello che lui ha realizzato. I suoi vini eccellenti e raffinati si sono moltiplicati nel regno di Dio».

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