Corpo carbonizzato a Cologne, l'uomo era indagato dall'antimafia

Il kosovaro, 40enne da tempo residente in Franciacorta, era coinvolto in un giro di droga e armi. Si cerca il movente del'omicidio
DELITTO COLOGNE: SI STRINGE IL CERCHIO
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Un kosovaro di quarant’anni, da tempo residente in Franciacorta, e da tempo nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Brescia. In attesa dell’esito dell’autopsia e delle comparazioni del dna, è questo l’identikit dell’uomo estratto carbonizzato dal bagagliaio di una Range Rover nel primo pomeriggio di lunedì 29 agosto nelle campagne di Cologne.

A fornire la pista agli inquirenti sarebbe stato il proprietario del suv, un 34enne kosovaro in rapporti stretti con la vittima. Sentito a lungo dagli inquirenti, e risultato estraneo ai fatti di indagine, l’uomo ha spiegato che l’auto era sua, ma di fatto in uso al 40enne.

Il corpo dilaniato dal fuoco è stato sottoposto ad esame autoptico. Interesse degli inquirenti è stabilire le cause del decesso, in particolare se - come ritengono - il 40enne sia stato ucciso altrove, poi infilato nel bagagliaio della Range Rover e portato tra i filari di vite non distante dalla cascina Rodenga, dove poi il rogo insieme all’auto e a diverse prove del delitto ha cancellato i suoi connotati.

In Procura non si esclude che l’esame autoptico possa fornire traccia di un foro di proiettile, se non addirittura un suo frammento: materiale utile ad una perizia balistica per risalire all’arma e, da questa, alla firma sul delitto. 

Per individuare l’autore o gli autori del delitto gli inquirenti stanno lavorando anche sul possibile movente. Stanno scavando nel passato, ma soprattutto nel presente dell’uomo. Il 40enne era tra le persone sotto stretta osservazione della Dda nell’ambito di una vasta inchiesta in materia di droga ed armi.

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