Bimbo ferito a Corte Franca, i vicini: «Già in passato altri spari»

Al vigilante nel 2018 era già stato ritirato una prima volta il porto d’armi. Ora i carabinieri stanno sentendo i residenti della zona
I segni degli spari a Corte Franca - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
I segni degli spari a Corte Franca - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Continuano le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Chiari, per fare luce su alcuni dettagli del gravissimo episodio avvenuto la sera di Ferragosto a Corte Franca, dove un bambino di 1 anno e 10 mesi è stato ferito da un proiettile, esploso dalla pistola di un suo vicino di casa, una guardia giurata di 46 anni. Gli aspetti da chiarire riguardano più che altro le abitudini dell’uomo e alcuni aspetti del suo passato.

Quello che si sa con esattezza, per ora, è che al vigilante nel 2018 era stato ritirato il porto d’armi per questioni penali. Evidentemente nulla di grave e molto probabilmente un episodio archiviato, visto che nel 2019 gli era stato restituito e la guardia giurata era tornata al lavoro. Questo almeno fino all’altro giorno, quando si è messo a giocare al tiro al bersaglio in una strada pubblica e per poco non ammazzava il bambino affacciato alla finestra di casa per capire cosa fossero quei rumori. 

La ricostruzione

In realtà la dinamica di quella che poteva essere una tragedia è di fatto molto chiara: il vigilante, residente con la famiglia tra via Gallo e via provinciale sul confine tra Torbiato e Corte Franca, lunedì sera stava sparando insieme a un ragazzo di 19 anni (il fidanzato della prima figlia della moglie) e a un amico di 41 con due fucili e una pistola contro un cartello stradale e un palo della proprio fuori dalla propria abitazione.

Una versione che di fatto ha confermato lo stesso 46enne, che si è assunto la piena responsabilità e, tramite il proprio legale, nei giorni scorsi si è detto costernato per quanto accaduto. Un gioco folle che per poco non terminava con la morte del piccolo Anass, portato in gravissime condizioni al Papa Giovanni. Il bambino, circondato dall’amore della propria famiglia, sta meglio ed è fuori pericolo. 

I vicini

Ma ci sono ancora aspetti da chiarire, in modo particolare per capire se quella bravata sia stata un caso isolato. Per questo motivo i militari di Chiari stanno sentendo formalmente i vicini di casa. Fabio Bosio ai nostri microfoni aveva detto di aver sentito gli spari, inizialmente scambiati per petardi, continuare per circa 20 minuti. E i numerosi bossoli di fucile e pistole ritrovati dalla scientifica dell’Arma ne sono la prova. Una versione confermata da altri vicini, che hanno spiegato di aver avuto paura, ma soprattutto hanno sottolineato che avevano già assistito a casi analoghi: «Non era la prima volta che sentivamo certi rumori. In zona abita anche un carabiniere in pensione e a lui in passato avevamo chiesto se sapesse chi fosse a sparare, perché avevamo capito che non si trattava soltanto di fuochi d'artificio. Comunque tra l'altro molto potenti».

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