Scuole parentali nel Bresciano: le diverse declinazioni

Nella nostra provincia le realtà che offrono un’istruzione parentale si trovano dal capoluogo alle valli. A Brescia c’è la scuola superiore San Michele, in via Benacense 27, dove i capisaldi sono arte e scienza: l’obiettivo è garantire una preparazione che unisca la creatività al sapere scientifico.
Alla Carlo Acutis di via della Noce 103, invece, al centro della formazione c’è la fede. Con il supporto di collaboratori, la scuola offre un’educazione che coniuga la cultura alla religione per alunni dai sei agli 11 anni.
Storia di coraggio
La storia dell’asilo parentale «La Libellula nel Bosco», a San Polo, nasce dall’amore di una mamma, Silvia Saletti. Nel 2021 la castenedolese adotta Lorenzo, un bambino di 24 giorni con la sindrome di Down.
Qualche anno dopo arriva la sorellina. Una vicenda di coraggio e felicità da cui sono nati un libro e l’asilo, che oggi si trova negli spazi dell’associazione Idee Salute.
A Desenzano invece è la parrocchia di San Zeno a fare scuola: l’associazione Stella del Mattino ha attivato un progetto di istruzione parentale per le scuole medie nei locali dell’oratorio guidato da don Luca Cesari.
Inclusione
Anche in Valsabbia funziona una scuola parentale che fa capo al centro educativo «Il Mio Porto Sicuro», a Gavardo. La realtà, gestita dalla cooperativa Approdo, si impegna a garantire l’inclusione e la crescita di bambini dai sei ai dieci anni.
Fino ai 14 invece c’è La Libera scuola Waldorf di Rodengo Saiano. Un progetto internazionale dove un solo maestro di riferimento accompagna gli studenti fino al conseguimento del diploma di licenza del primo ciclo di istruzione.
S’ispira infine al metodo Montessori la Liberamente a Villa Carcina. L’istituto, nato nel 2018 da un gruppo di mamme, comprende materna, primaria e medie.
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