Alla scuola primaria Torricella le ore mancanti coperte dai genitori

Da anni l’associazione di papà e mamma nel pomeriggio affianca i bimbi per sopperire alla mancanza della mensa e quindi del tempo pieno
Un bambino che studia - © www.giornaledibrescia.it
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Anche alla scuola primaria Torricella per la mensa, e con essa il tempo pieno, bisognerà aspettare, addirittura fino a lunedì 29 settembre. Per sopperire a questa lacuna e garantire una copertura nelle prime, fondamentali settimane di lezione, alcune famiglie hanno quindi pensato di muoversi in prima persona.

«Da anni siamo costretti a organizzarci in autonomia per non lasciare scoperte ore fondamentali – spiega Giuseppe Tonni, presidente dell’Associazione genitori scuola primaria Torricella –. Quest’anno l’avvio del tempo pieno è stato fissato al 29 settembre mentre la scuola riaprirà l’11. Per due settimane le famiglie dovranno quindi fare i conti con l’ennesimo, pesante disagio».

E di fronte ai ritardi, legati ai nodi dei tempi di assegnazione dei docenti e del personale addetto alla sorveglianza mensa, «molte persone decidono di affidarsi a baby sitter o a servizi privati – continua Tonni –. Noi come associazione genitori offriamo ormai da qualche anno un servizio che copre le ore scoperte, affiancando i bambini in attività fino a quello che sarebbe il termine normale delle lezioni, cioè alle 16. È un impegno organizzativo che abbiamo deciso di mettere in campo dopo le difficili esperienze del passato, perché sappiamo quanto sia complicato per le famiglie conciliare vita lavorativa e orari ridotti».

La spesa

Perché la pausa pranzo a scuola, oltre a fornire ovviamente un pasto ai piccoli, è anche uno strumento che nei primi tempi permette di ricostruire la normalità post ferie estive. «Le famiglie sarebbero ben liete di spendere soldi in più per la mensa in questo periodo – sottolinea Tonni –. Invece ci troviamo a tamponare una situazione che dovrebbe essere garantita dal sistema pubblico».

Il servizio gestito dai genitori non elimina però il disagio, ma lo attenua. «Due settimane possono sembrare poche ma per chi lavora significano corse, ferie forzate, soluzioni improvvisate – conclude Tonni –. Una volta che le lezioni a tempo pieno iniziano, le famiglie si sono già arrangiate. Resta l’amarezza per un avvio che ogni anno si ripete con gli stessi problemi».

Una situazione che varia a seconda degli istituti comprensivi: in alcuni casi il tempo pieno parte già dopo una settimana, in altri, come a Torricella, serve più di mezzo mese. E qui a garantire la continuità sono le famiglie, con progetti nati dal basso per colmare i vuoti del servizio pubblico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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