Caos docenti, «errori di comunicazione fra Ufficio scolastico e presidi»

Anita Loriana Ronchi
Per l’85% degli insegnanti confermata la stessa sede, Ora tempo fino a sabato per la presa di servizio
La protesta dei docenti fuori dall'Ufficio scolastico territoriale - © www.giornaledibrescia.it
La protesta dei docenti fuori dall'Ufficio scolastico territoriale - © www.giornaledibrescia.it
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«Errori di comunicazione» tra presidi e ufficio scolastico. Questa la motivazione a monte del pasticcio che per quattro giorni ha tenuto col fiato sospeso 3mila docenti nominati sabato a tempo determinato (da Gae e Gps), che si sono presentati lunedì mattina nelle scuole bresciane per poi essere rispediti a casa.

Nomine «congelate» e poi «annullate» a seguito della decisione dell’Ufficio scolastico territoriale di rimettere mano all’elenco delle disponibilità, che sono risultate essere superiori a quelle indicate in origine, e di procedere ex novo con le assegnazioni.

Almeno tale è la spiegazione emersa nell’incontro che si è svolto ieri mattina all’Ust tra la dirigente, Filomena Bianco e i rappresentanti dei sindacati scuola. «La situazione creatasi, ci è stato detto, ha fatto optare l’Ufficio per una revisione di tutte le nomine, onde evitare sorprese e contenziosi successivi» riferisce Luisa Treccani, segretaria Cisl Scuola. L’algoritmo della piattaforma ministeriale è entrato in funzione, dopo la pubblicazione dell’elenco rivisto e aggiornato dei posti da assegnare, mercoledì pomeriggio per concludere ieri ed emettere il nuovo «responso» per i candidati. Agli insegnanti che hanno ricevuto la nomina è stato concesso un lasso di tempo per la presa di servizio fino a sabato. C’è stato infatti chi, accorso in fretta e furia da regioni lontane, ha deciso nel frattempo di fare ritorno a casa.​​​​​

Ma come mai, viene da chiedersi (dato che errori e imprecisioni si verificano ogni anno), la scelta questa volta di sospendere tutte le operazioni? «Gli errori evidentemente erano troppi. Ci hanno riferito - racconta Adriano Cattelan della Gilda degli insegnanti - che, o perché all’Ufficio è stata commessa qualche inesattezza, o perché sono stati sbagliati dei codici, o dalle stesse scuole sono arrivate disponibilità non corrette, si è verificata l’insussistenza per esempio di alcune cattedre che non c’erano o altre che, invece che di 18 ore erano di 10 e viceversa».

Ora, a nuovo «giro» dell’algoritmo concluso, pare che l’85% degli insegnanti coinvolti abbia visto riconfermata la stessa sede, mentre per il 15% è cambiata; per qualcuno la posizione è migliorata, ma qualcun altro (anche se pochi) è rimasto escluso.

Riporta Mario Soldato dello Snals Brescia che, già nella giornata di ieri, hanno cominciato a giungere le prime lamentele. «Ci segnalano punteggi errati o di non essere stati chiamati sul posto cui avevano diritto perché in graduatoria c’è ancora gente immessa in ruolo. La dirigente dell’Ust si è scusata per il mancato dialogo con le organizzazioni sindacali; ritiene di aver operato al meglio coordinandosi con il direttore regionale e con il Ministero. Io però ho ricordato che da anni chiediamo che le disponibilità vengano raccolte dall’Ufficio, l’unico in possesso di tutte le informazioni per poter controllare l’organico, e non dalle scuole. E - aggiunge -, a fronte della figura barbina fatta, ho chiesto che il prossimo anno queste nomine non si facciano l’ultimo giorno con l’acqua alla gola».

Dimostranti

Ieri è arrivata anche una risposta del Collettivo «Assenze ingiustificate» alla nota dell’Usr che puntava il dito sulle «intemperanze di alcuni dimostranti», con alcune precisazioni rispetto al fatto che la protesta «è stata necessaria e assolutamente pacifica, mai aggressiva». «Siamo convinti - si legge - che siano giorni duri anche per chi ha lavorato tutta l’estate per fare funzionare una macchina che però risulta chiaramente inefficiente. Questo non dipende dall’ufficio scolastico, ma da chi decide le modalità e le tempistiche del processo di assunzione ovvero dal Mim. È il sistema tutto che necessita di una revisione totale».

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