Sono pazienti cronici 4 bresciani su 10. Avanti col nuovo modello di assistenza

Cajazzo: «La vera sfida è il focus sul territorio». Il ruolo della prevenzione e della telemedicina
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L’Italia investe nella Sanità meno di altri Paesi europei (in cifre: il 6,2% del Pil nel 2025), la carenza di personale è un problema che necessita di anni per essere risolto e i pazienti cronici stanno aumentando sempre di più: nel territorio di Ats Brescia (che conta 1.180.697 assistiti con un’età media di 45,6 anni e non comprende la Valcamonica) erano il 25% nel 2003 e sono quasi il 40% oggi. Partendo da questi punti fissi ieri mattina alla facoltà di Medicina dell’UniBs, su invito dell’Associazione diabetici della nostra provincia, si è discusso della riforma dell’assistenza da un modello ospedale-centrico al territorio.

L'assemblea annuale dell'Associazione diabetici -  © www.giornaledibrescia.it
L'assemblea annuale dell'Associazione diabetici - © www.giornaledibrescia.it

Liste d’attesa

Dalle parole del deputato Gian Antonio Girelli è emersa la necessità di «fare medicina di prossimità, sgravare i medici dagli aspetti burocratici e puntare sulla prevenzione nell’ottica di avere in futuro meno persone bisognose di cure». Di prevenzione «per ridurre le liste d’attesa e risparmiare in cronicità» ha parlato anche la consigliera regionale Claudia Carzeri: «Ben vengano le palestre della salute: lo sport deve essere inteso come un farmaco». Come ha sottolineato Luigi Cajazzo, direttore generale dell’Asst Spedali Civili, «la strada intrapresa e da continuare a percorrere è quella della telemedicina e delle Case di Comunità, come quella esemplare di Ospitaletto. Per migliorare la sanità serve un cambiamento culturale, un nuovo modello fatto di ponti con il territorio e di associazioni che esprimano suggerimenti e promuovano la salute». Le nuove sfide da affrontare sono essenzialmente due: «Quella epidemiologica - ha detto Cajazzo - , considerato che la cronicità assorbe il 70% della spesa, e quella dei dati, che vanno usati bene, superando vincoli normativi preistorici».

Come è «preistorico», a suo avviso, il tetto di spesa del personale sanitario che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, sembra intenzionato ad abolire: «Il personale non c’è - ha sottolineato il direttore generale del Civile - a causa di una programmazione fortemente sbagliata che ci ha portato a una situazione difficile in cui dobbiamo difendere il sistema sanitario pubblico».

Casa di Comunità

Sempre più, quindi, medicina di prossimità. Ma come è possibile spostare i cronici dagli ospedali al territorio? A questa domanda ha cercato di dare risposte Angela Girelli, direttore della Struttura complessa di Diabetologia: «Bisogna formare gli infermieri delle Case di Comunità, coinvolgere i medici di famiglia e attivare ambulatori come quello di diabetologia». La strada è tracciata. E, come ha detto Cajazzo, Brescia, in questa transizione, si sta dimostrando «un modello virtuoso». Conosce la situazione anche perché lavora in una Casa di Comunità la consigliera comunale Raisa Labaran, che, richiamando il tema della Giornata mondiale della Salute 2024, ha invitato a riflettere sul fatto che l’accesso a cure sanitarie di qualità sia un diritto di tutti.

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