Screening gratuiti contro i tumori, ancora molti non si presentano ai test

Arriva a casa la lettera di Ats Brescia. C’è chi la apre, la legge, segna in agenda data e ora, si organizza con lavoro e famiglia e – non senza un pizzico (o qualcosa in più) di paura – si sottopone al test. E c’è chi, invece, non le attribuisce la giusta attenzione: la ripone in un cassetto, magari non la apre nemmeno o ne legge il contenuto e poi si dimentica di avere un appuntamento che, in certi casi, può salvare la vita.
Parliamo delle convocazioni agli esami di screening, una forma di prevenzione per i tumori ancora sottovalutata da troppe persone. Basti dire che quest’anno (stando ai dati aggiornati a fine giugno) l’adesione alla mammografia volta a intercettare il prima possibile l’eventuale tumore alla mammella è stata del 63%, percentuale in linea con l’intero 2023 (62,6%), anno in cui proprio grazie a questo screening sono stati diagnosticati 353 tumori maligni alle 83.202 donne che a Brescia hanno effettuato il test.
L’adesione purtroppo scende, negli altri due esami di screening che, come il primo, sono completamente gratuiti e non richiedono l’impegnativa del medico curante. Al pap test (25-29 anni) e all’hpv-test (30-64 anni) per la prevenzione del tumore della cervice uterina dal primo gennaio al 31 agosto ha detto «sì» il 52% delle donne alle quali è stato spedito l’invito (era il 53,3% nell’intero 2023). E all’esame delle feci (che vanno raccolte a casa e portate, inserite in una provetta, in farmacia) l’adesione, nella prima metà del 2024, è stata del 35%, contro il 51,8% dell’anno prima. Anno in cui sono emerse 121 diagnosi di tumore maligno.
Il focus sulla mammografia
Entrando nel dettaglio, la lettera con l’appuntamento per eseguire la mammografia viene spedita annualmente alle donne tra i 45 e i 49 anni e ogni due anni a quelle tra i 50 e i 74.
Come ci spiegano da Ats Brescia, nel 2024 tra gennaio e giugno gli inviti sono stati 74.202. Nella fascia 45-49 anni l’adesione è stata del 60,5% (9.230 persone). Di tutte le donne che hanno effettuato la mammografia, il 4,7% è stato richiamato affinché facesse esami di approfondimento. L’81% di queste (1.670 donne) ha concluso gli esami senza necessità di ulteriori accertamenti, rientrando nel normale percorso di screening; il 7% è stato sottoposto a controlli a più breve termine; meno del 10% è stato inviato a biopsia chirurgica o intervento. L’anno scorso, in un arco temporale più esteso, le lettere avevano raggiunto quota 148.157: delle 83.202 donne che hanno fatto l’esame, 3.977 sono state richiamate per approfondimenti e, come dicevamo, a 353 è stato diagnosticato un tumore maligno.
L’importanza di questo screening è stata ribadita, ieri, anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci: «In Italia una donna su 10 non ha mai fatto un esame mammografico e quasi il 18% riferisce di averlo eseguito da oltre 2 anni. Si può fare di più. Un dato che infonde fiducia e che va sottolineato è quello relativo alla guaribilità: per il tumore al seno la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’88%».
Gli altri screening
Allo screening per la prevenzione del tumore della cervice uterina nei primi otto mesi dell’anno sono state invitate 56.920 donne tra i 25 e i 64 anni: l’adesione è stata più bassa (40%) nella fascia del pap test (25-29 anni) e più alta nell’altra fascia (53%). Nel 2023 sono state spedite 86.084 lettere e si sono presentate 45.882 donne (53.3%). Cinque hanno avuto la diagnosi di tumore.
Quanto, poi, al tumore al colon retto lo screening è rivolto a donne e uomini tra i 50 e i 74 anni, con intervallo biennale. Nella prima metà del 2024 sono state invitate 100.604 persone e hanno aderito 35.198 persone (il 35%). Nel 2023 su 212.642 lettere si sono sottoposti all’esame in 110.204: 4.420 persone sono risultate positive al sangue occulto fecale e hanno effettuato l’approfondimento di secondo livello; di queste 121 persone hanno avuto la diagnosi di tumore maligno. Nel settore degli screening quest’anno è prevista una novità.
Stando a quanto annunciato quest’estate dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, a novembre in Lombardia dovrebbe iniziare il programma di screening gratuito per la prevenzione del tumore alla prostata, attraverso un semplice esame del sangue. In questa prima fase riguarderà i cittadini 50enni di sesso maschile, poi sarà progressivamente esteso a tutte le fasce di età sino a 69 anni.
Per informazioni sugli screening di Ats Brescia è possibile scrivere a centro.screening@ats-brescia.it o visitare il sito.
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