Sclerosi multipla, nel Bresciano colpisce oltre 2mila persone

Erano 356 in meno 10 anni fa: il dottor Nicola De Rossi spiega come è cambiato l’approccio nel tempo
Una donna malata, il sesso femminile viene maggiormente colpito dalla sclerosi multipla
Una donna malata, il sesso femminile viene maggiormente colpito dalla sclerosi multipla
AA

«Una malattia delicata. Che non siamo in grado di guarire. Ma possiamo rallentare, spegnere». Così il dottor Nicola De Rossi definisce la sclerosi multipla, che nel territorio di Ats Brescia colpisce oltre duemila persone, 356 in più rispetto a dieci anni fa. L’occasione per parlarne è la Giornata mondiale che si celebra domani per accendere i riflettori (rossi, perché il rosso è il colore della SM) su questa patologia di cui non tutti conoscono i sintomi, soprattutto quelli invisibili, come la fatica.

De Rossi è il responsabile del Centro Sclerosi Multipla dell’Asst Spedali Civili che ha sede a Montichiari, conta 1.700 pazienti in terapia ed è un centro pubblico di riferimento a livello regionale per la presa in carico completa della persona. Di questa malattia infiammatoria, autoimmune e neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) De Rossi sottolinea la cronicità e la progressività: «È delicata perché rischia di coinvolgere funzioni specifiche come il movimento, la sensibilità e aspetti cognitivi rendendo la persona non più indipendente nella gestione della propria quotidianità».

Le cure

Le cure, negli ultimi 15 anni, hanno fatto «un salto storico: fino al 2007 si conoscevano e si usavano approcci terapeutici limitati: pochi farmaci (tre principi attivi certificati) e con effetti poco specifici sul sistema immunitario (come i chemioterapici, derivati dall’ambito oncologico). In quell’anno è arrivato il primo farmaco ad altissima efficacia. Ne sono seguiti altri, sempre più specifici e con differenti meccanismi d’azione che hanno consentito di trattare il singolo paziente con la terapia migliore per la sua personale malattia. Si parla, a tal proposito, di "terapia sartoriale". Oggi disponiamo, quindi, di oltre 15 principi attivi che ci consentono di fare una cosa prima impensabile: "spegnere la malattia"».

Per spiegare questo concetto, il dottor De Rossi ricorda che la sclerosi multipla, nella maggior parte dei casi, si manifesta con un primo evento acuto (deficit della vista, perdita di sensibilità ad esempio dall’ombelico in giù, deficit motorio di un arto...) che, soprattutto nelle fasi iniziali di malattia, può associarsi a una risoluzione spontanea al punto che il paziente sottovaluta la situazione e non si sottopone nemmeno alla visita neurologica. Al primo evento ne possono, però, seguire altri. I nuovi farmaci «bloccano questa caratteristica della malattia, ossia gli episodi acuti ai quali corrisponde quasi sempre un correlato radiologico. Lasciano, infatti, "cicatrici" sul sistema nervoso centrale visibili con la risonanza». A un episodio acuto corrispondono quindi delle lesioni, ma non è vero il contrario: «La malattia può causare molteplici cicatrici senza che alle stesse possa essere associata un’espressione clinica».

Ricerca

Ebbene, con i farmaci oggi disponibili «possiamo spegnere le manifestazioni della malattia, l’incendio se usassimo una metafora. Le braci, però, continuano a lavorare: non danno segni evidenti, ma problemi su lunga distanza». Le cure, insomma, ad oggi non coprono ancora tutti gli aspetti della malattia, ma «consentono di avere una qualità di vita buona per un periodo il più lungo possibile: se nel 2010 una persona affetta da sclerosi multipla manifestava difficoltà di movimento già tra i 40 e i 50 anni, ora quelle difficoltà possono insorgere anche dopo i 60 anni». La ricerca, nel frattempo, prosegue: «L’obiettivo è spegnere quelle braci».

I casi di sclerosi multipla, si diceva, sono in aumento «così come per tutte le malattie autoimmuni. Il nostro stile di vita, evidentemente, non è sano. Su questa malattia multifattoriale possono, infatti, incidere fumo, obesità, carenza di vitamina D, ambiente inquinato. E il virus di Epstein-Barr (Ebv): tutte le persone affette da SM sono state infettate da questo virus, ma non tutte le persone che sono state infettate da questo virus hanno la SM». A soffrirne, come testimoniano i dati di Ats Brescia, sono soprattutto le donne: si parla di 1.319 casi contro i 689 tra gli uomini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.