Polmoniti e Covid nell’estate bresciana: «Più casi, ma non c’è nessun allarme»

Casi di polmonite e Covid irrompono in questa estate già di per sé insolita, perché iniziata in ritardo e caratterizzata dall’alternarsi di giornate caldissime e instabilità. I primi a rendersene conto sono stati i medici di famiglia, sentinelle della salute pubblica.
Infezioni respiratorie
«Le polmoniti che stiamo vedendo da circa un mese e mezzo sono perlopiù di forma atipica - racconta Angelo Braga, al lavoro a Villanuova sul Clisi -. A causarle non è infatti il comune pneumococco. Sono polmoniti da mycoplasma, polmoniti interstiziali, che non si presentavano da tempo. Colpiscono persone tra i 30 e i 50 anni. Solitamente, nella stagione più calda, le patologie respiratorie infettive diminuiscono, quest’anno, invece, sembra diverso. Fortunatamente sono tutte forme lievi, che non necessitano di ospedalizzazione, ma ci mettono un po’ a guarire».
Conferma la situazione il collega Angelo Rossi, medico di base a Leno nonché referente provinciale della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale): «Stiamo avendo a che fare con un numero di infezioni respiratorie superiore alla media: in una settimana io, ad esempio, ho intercettato tre casi di probabile polmonite, dei quali uno atipico». Per polmoniti atipiche si intendono «quelle causate da microrganismi meno frequenti, come batteri particolari - spiega Rossi -. Rispetto alle altre, queste in fase di auscultazione sono meno evidenti. Fattori come gli balzi di temperatura, l’umidità, la cappa che avvolge la nostra Bassa e l’aria condizionata possono aver inciso su ciò che sta accadendo».
Nessuno parla di emergenza, tanto meno in ospedale: Cristiano Perani, responsabile del Pronto soccorso di Brescia degli Spedali Civili, riferisce di «un aumento del numero di casi di polmonite, che non ha impattato sui ricoveri ospedalieri. Rispetto al pre-Covid siamo tutti più attenti e precisi. Stiamo monitorando la situazione anche alla luce delle informazioni che ci arrivano dai medici di medicina generale».
Casi di Covid
Quanto, poi, al Covid, «riscontriamo più casi, comunque sporadici, che si notano nel confronto con la linea piatta precedente. Si tratta di forme simil-influenzali».
A livello nazionale il monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute evidenzia un aumento del 42% dei casi in una settimana. Dal 4 al 10 luglio, in Lombardia, sono emerse 1.080 nuove positività rispetto alle oltre cinquemila registrate di tutta Italia. L’incidenza in Lombardia è di 11 casi ogni centomila abitanti a fronte degli 8 della settimana precedente e dei 5 di quella compresa tra il 20 e il 26 giugno. L’incidenza più elevata è in Lazio (18 casi su centomila abitanti), Campania (16) e Liguria (14), la più bassa nelle Marche (meno di 0,5 casi per centomila abitanti). L’età media della diagnosi è 62 anni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
