Poliambulanza, 500.000 persone negli ambulatori e nuovi lavori

«Qual è il ruolo della sanità non profit di ispirazione cristiana?» A chiederselo è il prof. Mario Taccolini, presidente della Fondazione Poliambulanza. La risposta, sostiene, sta nel bilancio sociale presentato ieri ed esposto, in sintesi, nella galleria centrale dell’ospedale di via Bissolati: un volume da oltre 130 pagine che descrive «un lavoro ordinario e straordinario caratterizzato da dinamismo, passione, competenza, fatica e visione. Un lavoro – osserva – intriso di un patrimonio storico che ci accompagna, ci orienta, e ci inoltra in un futuro ravvicinato e prospettico».
Grandi numeri
Il documento – riferito all’anno 2024 – parla di cura, relazioni e sfide. A caratterizzarlo sono i grandi numeri illustrati dal direttore generale Marcellino Valerio. Come i 30.137 ricoveri complessivi, in lieve flessione rispetto all’anno precedente (-2,0%); i 19.177 interventi chirurgici eseguiti in 19 sale operatorie per 24.644 ore; i 2.683 nuovi nati (692 con parto cesareo), in calo del 2,2% rispetto al 2023; i 500mila pazienti che si sono rivolti alla struttura per visite, esami e trattamenti, dato in aumento dell’8,3%, che ha portato le prestazioni totali erogate a superare i 2,1 milioni. E ancora: gli 88.536 accessi al pronto soccorso, un valore stabile (-1,4%) rispetto al 2023, ma in crescita del 19,5% rispetto al 2014, che, in quest’ambito, piazza la Poliambulanza al sesto posto in Lombardia e al primo nella nostra provincia.
Denaro
Nel documento si parla di attività – come i 1.732 interventi chirurgici oncologici eseguiti e i 3.441 ricoveri in area cardiovascolare –, ma anche di denaro. Nel dettaglio il valore economico generato nel 2024 da Poliambulanza è stato 222,8 milioni di euro, in crescita dell’1,1% rispetto al 2023: il valore economico distribuito ha raggiunto i 225,2 milioni, ripartito tra fornitori (88 milioni), personale (127,2 milioni) e pubblica amministrazione (9,67 milioni); la quota trattenuta (8,7 milioni) è stata destinata ad ammortamenti e accantonamenti per impegni futuri. Gli investimenti ammontano a 15,3 milioni di euro, di cui 6,38 milioni per interventi ordinari.
I donatori
Significativo è stato anche l’impegno dei donatori: una quarantina di realtà – tra cui 29 privati cittadini, quattro fondazioni, otto aziende e un circolo – hanno contribuito con oltre 650mila euro, destinati a progetti clinici e di ricerca. Un capitolo importante riguarda la sostenibilità ambientale: emerge che l’impianto di trigenerazione attivo dal 2017 e i due impianti fotovoltaici hanno consentito una riduzione stimata di circa 3.500 tonnellate di CO2 in atmosfera.
Dipendenti
Per fare tutto questo Poliambulanza può contare su 2.146 persone tra dipendenti (92,7%) e collaboratori, in crescita rispetto al 2023, con un’età media di 43,3 anni e nel 75% dei casi donne. «Il nostro vero patrimonio sono le persone», sottolinea il presidente Taccolini indirizzando a loro l’ultimo messaggio di Papa Francesco: «Permettete che la presenza dei malati entri come un dono nella vostra esistenza, per guarire il vostro cuore».
L’ampliamento per guardare al futuro
Fondazione Poliambulanza guarda al futuro con un cantiere che dovrebbe terminare nel 2026. È quello, adiacente all’ingresso, che prevede entro marzo l’ampliamento dell’area bunker di Radioterapia e Gamma knife e, tra settembre e dicembre, il completamento della nuova torre delle degenze da 45 milioni di euro che si sviluppa su cinque piani (quattro dei quali rimarranno al rustico) e conta 25 ambulatori. Seguirà – presumibilmente entro il 2028 – la realizzazione del nuovo ingresso con servizi di accoglienza e piastra per ambulatori. Perché si rende necessario ampliare la struttura?

«Per sostituire gli acceleratori lineari senza bloccare l’attività di Radioterapia e creare disagi ai pazienti – spiega il direttore Marcellino Valerio –. Perché abbiamo spazi insufficienti: quale altra struttura in Italia ha un pronto soccorso con 88mila accessi (terzo in Lombardia) e "solo" 660 posti letto? Perché cresce la domanda di salute. E perché il corpo di fabbrica originario è stato realizzato tra il 1995 e 1997: nei prossimi anni avrà bisogno di aggiornamenti e ci serviranno spazi per spostare le degenze durante i lavori».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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