Il neurochirurgo: «Sicurezza del paziente in capo a tutto l’ospedale»

«La sicurezza è la cosa più importante, ed è responsabilità di tutti all’interno di una struttura: non solo del medico». Con queste parole il professor Daniele Rigamonti, neurochirurgo di fama internazionale con radici bresciane, ha aperto ieri il suo intervento nell’aula Montini del Civile durante un incontro dedicato alla gestione del rischio e alla qualità delle cure. Figlio di padre originario della nostra provincia, Rigamonti non ha mai del tutto reciso il legame con questa terra.
Chi è
Dopo la laurea in Medicina a Roma e una carriera che lo ha portato negli Stati Uniti, fino a dirigere programmi di eccellenza alla Johns Hopkins University e a guidare oggi la Johns Hopkins Aramco Healthcare, ha sempre mantenuto rapporti con la Leonessa.
Negli anni ha collaborato con la Neurochirurgia del Civile e con il professor Marco Fontanella, firmando insieme ricerche di rilievo mondiale. Al Civile ha portato un messaggio semplice ma diretto: la sicurezza del paziente non è solo compito dei medici, ma riguarda tutte le figure presenti in ospedale, dall’infermiere fino ai vertici.
«Se la direzione dà l’esempio, la sicurezza diventa parte della cultura quotidiana», ha ricordato. Un principio che si inserisce nel percorso avviato dall’Asst Spedali Civili, dove la Struttura Qualità e Risk Management lavora per rendere sistematica la prevenzione degli errori. Non si tratta soltanto di applicare regole, bensì anche di promuovere la segnalazione degli eventi critici come strumento di apprendimento.
«La sicurezza è un aspetto culturale – ha spiegato Marzia Vassalini, responsabile del servizio –: riconoscere gli errori aiuta a migliorare insieme». Negli ultimi mesi il Civile ha adottato il modello regionale Herm (Health enterprise risk management), che integra processi, ruoli e strumenti per gestire i rischi in modo coordinato. È inoltre già attiva la piattaforma Herm Lomb, utilizzata per monitorare episodi di violenza ai danni del personale.
Il professor Rigamonti, che negli ultimi anni si è concentrato sulle sfide delle malattie croniche e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, ha sottolineato come la sicurezza non debba mai essere data per scontata. «Serve una responsabilità diffusa – ha rimarcato –, che parta dall’alto, ma coinvolga tutti». Il confronto con l’esperienza internazionale del neurochirurgo ha offerto spunti concreti anche per la realtà bresciana, che sta investendo con decisione su questi temi. L’incontro al Civile non ha avuto solo un valore scientifico ma anche pratico: è stata infatti un’occasione per ribadire che la sicurezza del paziente è, e deve restare, il primo obiettivo di ogni struttura sanitaria.
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