Morbillo, impennata di contagi in Italia: a Brescia leggero aumento

Meno di 30 casi tra il 2021 e il 2022, 44 nel 2023 e ben 1.045 nel 2024: in Italia il virus del morbillo ha rialzato la testa. Tra le regioni più interessate da questa impennata di contagi ci sono la Sicilia (179 casi l’anno scorso con un’incidenza di 37,3 casi per milione) e il Lazio (200 casi). L’effetto è stato molto più contenuto in Lombardia (118 casi, incidenza dell’11,8) e, in particolare, nel Bresciano: in tutto il 2024 sono stati accertati 9 contagi, contro il caso isolato del 2023 che aveva riguardato una persona appena rientrata da un viaggio all’estero.
Analizzando la situazione l’Istituto superiore di sanità (Iss) evidenzia che lo stato vaccinale è noto per 975 casi dei 1.045 segnalati nel 2024 in Italia: 878 persone (90,1%) non erano vaccinate al momento del contagio, 57 (5,8%) avevano ricevuto una sola dose e 33 erano vaccinate con due dosi; per i rimanenti 7 casi non era noto il numero di dosi effettuate. Da qui la raccomandazione: «Vaccinarsi è l’unico modo per proteggersi dal morbillo e dalle sue complicanze (come polmonite in un caso su 20, encefalite in un caso su mille, 1-2 decessi ogni mille casi di morbillo). Due dosi di vaccino hanno una efficacia di circa il 97%. Per interrompere la trasmissione del morbillo, e mantenere l’eliminazione, sono necessarie coperture vaccinali elevatissime (almeno il 95% con due dosi)». Il vaccino contro il morbillo, ricordiamo, è arrivato in Italia nel ’76, è stato raccomandato nel ’79 ed è diventato obbligatorio dal 2017. La prima dose si somministra tra 12 e 15 mesi.
Complicanze e cause
Vaccinarsi è importante anche alla luce del fatto che «continuano ad essere segnalati casi in bambini sotto l’anno, troppo piccoli per essere vaccinati, e che pertanto dipendono dall’immunità di popolazione per essere protetti dal morbillo». La trasmissione del virus è avvenuta principalmente in ambito familiare.
Entrando nel merito delle complicanze riportate da un terzo degli italiani contagiati nel 2024, l’Iss cita 156 casi di epatite o aumento delle transaminasi, 114 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto non vaccinato. Quanto, poi, alle cause di ciò che sta accadendo in Italia (secondo Paese in Europa per numero di casi di morbillo segnalati dopo la Romania), l’Iss cita diversi fattori «tra cui le coperture vaccinali nella popolazione non adeguate a interromperne la trasmissione (copertura per due dosi inferiore al 95%), l’importazione di casi da aree geografiche con elevata circolazione del virus, e il tipico andamento ciclico del morbillo».
Quanto invece alla situazione della Lombardia, dal report regionale emerge che il mese in cui sono stati registrati più casi è giugno (33), seguito da maggio (20), luglio e agosto. L’ultima parte dell’anno è stata tranquilla: un caso a ottobre, zero a novembre e 3 a dicembre. La provincia più interessata è quella di Milano (74), Bergamo è al secondo posto (11), Brescia al terzo. L’unico caso registrato dalla Ats Montagna non è bresciano. Tra i contagiati l’86% non era vaccinato, il 6% sì e nell’8% delle situazioni non si sa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
