Diario di bordo di Tom: le Stelle di Natale di Ail

Caro Diario,
a Brescia è arrivato un freddo pungente, di quelli che ti pizzicano il naso e fanno la nuvola di fiato quando parli. Qualche giorno fa ha perfino nevicato sul Monte Maddalena! Mamma dice che è un segno: il Natale è arrivato per davvero. Così stamattina mi ha vestito come se dovessi partire per una spedizione al Polo Nord: doppio maglione, sciarpa avvolta tre volte e cappello tirato giù fin sopra le orecchie.
Dovevamo andare a fare «shopping natalizio», come lo chiama lei. Però — te lo dico sottovoce — non era affatto per lei. Era per le sue amiche, per le mie nonne e anche per qualcuno che non conosco bene ma che per Natale bisogna sempre ricordare, dice mamma. In macchina parlava senza sosta sotto la mascherina (noi la indossiamo sempre, così i germi cattivi non ci danno fastidio). Mi ha elencato tutti i regali: due sciarpe soffici per le nonne, un profumo per la sua amica del cuore, delle formine per i biscotti per la vicina… e per lo zio nessuna idea. «I maschi sono impossibili da accontentare», diceva ridendo.
Quando siamo scesi al parcheggio di Piazza Vittoria, è successo qualcosa di magico: davanti a noi è apparso il Villaggio di Natale. Luci calde, casette di legno, profumo di cannella e zucchero, musica che sembrava uscire dal cielo. C’erano artigiani che costruivano cose incredibili e bancarelle piene di dolci che facevano venire fame solo a guardarli.
Poi abbiamo proseguito verso Piazza Duomo, che sembrava il cuore luminoso della città. Un albero enorme, vivo, con migliaia di lucine che tremavano come stelle vere. Io mi sono fermato a guardarlo con la bocca aperta. Mamma mi ha sussurrato una curiosità che non sapevo: «Brescia ha due Duomi… e la cupola del Duomo Nuovo è la terza più alta d’Italia!». Io ho alzato lo sguardo così tanto che mi è quasi volato via il cappello.
Sotto i portici, mentre camminavamo, mamma si è bloccata di colpo. I suoi occhi si sono illuminati: aveva visto il banchetto di Ail Brescia con le Stelle di Natale. Tutto rosso, tutto allegro, tutto pieno di sorrisi. Sembrava un Presepe in mezzo a corso Zanardelli.
Ci siamo avvicinati e i volontari ci hanno salutati come se ci conoscessero da una vita. Forse perché chi aiuta AIL diventa parte di qualcosa di grande, caldo e gentile. Una signora con un cappotto blu mi ha dato un volantino e… dentro c’era la mia immagine! Ho sentito un tuffo nel cuore. Quest’anno il ricavato delle Stelle Ail servirà a sostenere il mio progetto: rinnovare il Tmo Pediatrico degli Spedali Civili di Brescia.
Mamma si è commossa. Aveva gli occhi lucidi dietro la mascherina. E quando si emoziona tanto, fa sempre la stessa cosa: prende una decisione importante. «Quest’anno regaleremo una Stella di Natale AIL a tutti» ha detto. «Perché una Stella di Natale Ail aiuta migliaia di persone a guardare lontano». Io le ho stretto la mano forte. E in quel momento ho capito che il nostro Natale era iniziato davvero.
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