«Cari genitori», come proteggere i figli dalla violenza online

Dopo un grave caso di cronaca, torniamo sul tema della pedopornografia online: ecco come i genitori possono aiutare i figli a difendersi da adescamenti, sextortion e contenuti pericolosi in rete
«Cari genitori», proteggere i figli dalla violenza online
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Ogni mercoledì la rubrica «Cari genitori», curata da Giuseppe Pino Maiolo, propone pillole di riflessione educativa, che potranno partire da una notizia di attualità.

Cari genitori, vorrei tornare sul tema della violenza sessuale online partendo da un brutto fatto di cronaca per suggerirvi come proteggere i figli. Qualche giorno fa abbiamo letto di un prete bresciano arrestato per detenzione di materiale pedopornografico: circa 1500 file di foto e video di sesso con minori.

La pedopornografia

Per ora non sembra non vi siano a carico del prete accuse per comportamenti abusanti, ma resta la gravità del fatto che un sacerdote non ha denunciato questo materiale che documenta reali situazioni di violenza sui minori.

In altre parole la pedopornografia non è una fiction. E non dimentichiamo che nel 2024 quasi l’80% dei casi di violenza sessuale (adescamento e abusi) avevano come contesto la rete. Significa che la pedofilia entra facilmente nelle nostre case mentre bambini e adolescenti ci stanno a fianco seduti accanto sul divano e noi non sappiamo con chi chattano e cosa stanno facendo.

9 consigli per proteggere i figli

  • Essere più attenti e meno distratti. Realmente presenti nella loro vita.
  • Saperli ascoltare ed essere capaci di leggere la noia e la solitudine che vivono.
  • Essere genitori che sanno il positivo e il negativo della tecnologia, conoscono bene internet e dove sta il bene e il male ma anche lo sanno dire ai figli.
  • Essere adulti che dicono apertamente come si affrontano i pericoli e genitori che non contano unicamente sul Parental Control.
  • Difenderli non vuol dire solo eliminare il cellulare dalla loro esistenza, perché dovremmo prima farlo sparire dalle nostre case e dalle nostre tasche.
  • Proteggerli non significa nemmeno controllare i loro dispositivi in maniera ossessiva ma occuparci del loro mondo.
  • Poi vuol dire dialogare con loro sugli abusi e sulle violenze e sapere cosa ne pensano della pedopronografia e di coloro che la usano anche solo per sé come il prete arrestato.
  • Urge spiegare già ai bambini che cos’è l’adescamento e come avviene in rete, informando che la maggior parte dei casi interessa i preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, l’età in cui l’uso del cellulare dovrebbe essere continuamente monitorato dagli adulti.
  • Infine è necessario informarli che stanno anche aumentando i casi di «sextortion» cioè il ricatto online. Fate sapere loro che se gli viene chiesto del denaro per aver visto online immagini di sesso, non bisogna vergognarsi e cedere al ricatto, ma segnalare subito questa alla polizia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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