Parroco arrestato per pedopornografia, indagine partita da Telegram

Davanti al giudice ha ammesso il reato che gli viene contestato. Ha scaricato e guardato lui quei 1.500 file tra foto e video dall’inequivocabile contenuto pedopornografico. Ma ha ribadito, come ha sottolineato anche la diocesi, che non ci sono mai stati episodi di abusi o molestie nei confronti di persone che gli erano affidate.
Don Jordan Coraglia, parroco 50enne dell’unità pastorale che raccoglie le parrocchie di Castelcovati e Comezzano Cizzago, da alcuni giorni si trova agli arresti domiciliari con l’accusa, pesantissima, di detenzione di materiale pedopornografico. Appena saputo dell’arresto il vescovo Tremolada lo ha rimosso dall’incarico e per il sacerdote è stata individuata una località senza copertura internet in cui potesse essere trattenuto agli arresti domiciliari.
L’indagine
Tutto è partito dalla rete. Il servizio centrale per il contrasto alla pedopornografia online della Polizia Postale infatti monitora costantemente canali social e dark web. È stato dunque nell’ambito di una di queste verifiche che la Polizia Postale, con il coordinamento della Procura di Roma, ha intercettato un canale Telegram in cui venivano distribuite immagini e video pedopornografici. Il passo successivo è stato quello di individuare tutte le utenze cellulari o e-mail che risultano iscritte e disporre, nei confronti degli intestatari, i necessari approfondimenti.
In casa
Per questo è stata disposta la perquisizione dei dispositivi informatici in uso a don Jordan Coraglia, 50 anni, originario di Quinzano sacerdote e parroco nella Bassa dopo essere stato curato a Urago Mella e Gussago. Don Jordan è molto conosciuto anche fuori dalla provincia, appassionato di calcio è stato anche presidente della nazionale sacerdoti.
La Postale si è dunque presentata a casa del parroco. Già dalle prime evidenze è stato chiaro che il sacerdote avesse scaricato moltissimo materiale e questo ha giustificato l’immediato arresto. Secondo chi indaga da tempo il sacerdote era iscritto a questi gruppi. Don Jordan, davanti al Gip, assistito dall’avvocato Paolo Inverardi, ha ammesso di aver scaricato il materiale ma anche ribadito di non aver mai avuto condotte sconvenienti con i parrocchiani e i ragazzi con cui ha prestato servizio negli anni.
La Diocesi
Nelle ore immediatamente successive alla diffusione della notizia dell’arresto del parroco si è registrata la presa di posizione della Diocesi. «Quanto riscontrato dalle autorità competenti dovrà giustamente essere valutato, ma pone don Jordan in una posizione estremamente delicata – scrivono dal Vescovado – non sono in alcun modo coinvolti minori della comunità parrocchiale e non sono state individuate condotte inappropriate da parte sua nei confronti delle persone a lui affidate nella cura pastorale. La nostra vicinanza è per tutti i minori e le persone vulnerabili che sono vittime di questo genere di crimine. Ogni reato che coinvolge i minori non può essere in alcun modo sottovalutato, tollerato e, tanto meno, eluso a maggior ragione se coinvolge sacerdoti. Fin d’ora assicuriamo la nostra piena collaborazione alla magistratura. Nei tempi opportuni sarà avviata anche un’indagine canonica, come previsto dalle vigenti norme ecclesiastiche» conclude la nota.
Solo un mese fa la diocesi era stata sconvolta dall’arresto di don Ciro Panigara, parroco di San Paolo, accusato di violenza sessuale nei confronti di diversi minori in due diverse comunità in cui aveva prestato servizio.
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