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Le cose che non sai di Brescia: luoghi e personaggi famosi

Le curiosità fuori dai percorsi ufficiali e dai musei conosciuti, i personaggi famosi passati per la città e i parchi nel Bresciano
Brescia dall'alto - © www.giornaledibrescia.it
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Se si passa da Brescia non mancano certo monumenti e musei da visitare, tanti percorsi possibili in una storia millenaria: dal Capitolium a Santa Giulia e alla Loggia, dalla Pinacoteca Tosio Martinengo, nella nuova cornice che esalta suoi capolavori, al colle Cidneo a al Castello, che permettono un viaggio alle origini della città oltre che la visita ai musei  delle Armi o del Risorgimento. Potremmo veramente scrivere migliaia di righe su ciò che Brescia offre, perché è un gioiellino splendente.

E questa sensazione di piacevole e inattesa scoperta accomuna molti fra quelli che si trovano a visitarla per la prima volta e in quanti, e sono diversi, scelgono di ritornare.

Ecco che per i turisti, ma anche i bresciani che volessero scoprire le bellezze di casa, abbiamo provato a creare una mappa un po’ diversa dal solito: con luoghi poco conosciuti della nostra città, raccontando una storia minore, ma non meno affascinante perché spesso legata a grandi personaggi della storia.

La storia di Brescia è molto antica e parte ben prima di Roma: il nostro viaggio di curiosità, in ordine di tempo, parte dalla scacchiera incisa sui gradini (1) di quelle che erano le botteghe in piazza del Foro: qui è incisa una tabula lusoria una specie di scacchi per un gioco che appassionava molto gli antichi al tempo di Roma.

La colonna bianca alla sinistra per chi guarda il tempio capitolino è poi importantissima: lo spuntone finale per secoli era l’unica parte che affiorava dal terreno ed era servito da tavolino ai clienti di una trattoria, un Trani come si chiamavano a Brescia per via della provenienza del vino che si vendeva. Partendo da una scommessa tra studiosi e la leggenda che al di sotto della colonna ci fosse un tempio ad inizio Ottocento si iniziò a scavare, rinvenendo così l’area dell’attuale Capitolium.

 

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Le chiese poi erano e sono il cuore, con le piazze, di Brescia come di molte comunità del nostro Paese: ecco che visitarne una offre un viaggio nel tempo per capire chi la frequentava e il periodo storico in cui è stata edificata. Una tappa fondamentale per gli amanti dell'arte è San Clemente (2), vero e proprio monumento all'arte del Moretto, maestro del Rinascimento lombardo, che peraltro abitava pochi metri più in là (3) come ricordato da una targa. 

Santa Maria delle Consolazioni (2), chiesa delle X Giornate, del martirio dei Santi Faustino e Giovita, luogo d'incontro degli artisti bresciani del Novecento, tempio della Memoria dove ricordare i caduti nella Prima guerra mondiale ed edificio caro a personaggi quali Paolo VI, Canossi e D’Annunzio.

Imperdibile, per chi è appassionato d’arte, il Polittico Averoldi di Tiziano (5) custodito nella chiesa dei Santi Nazzaro e Celso.

Immancabile una visita alla chiesa dedicata ai patroni di Brescia Faustino e Giovita: noi però vogliamo suggerirvi di rivolgere il vostro sguardo a sinistra dell'altare maggiore, verso quello dedicato a Sant’Onorio (6). Ai lati troverete due pertugi in cui la tradizione vuole che se ci si infila la testa non soffra più di emicrania.

A Sant’Alessandro (7) invece, come anche nella chiesa di San Giuseppe, si esibì invece una vera star della musica del Settecento: il celebre cantante Farinelli.

La chiesa di San Giuseppe (8) è inoltre legata al mondo della musica, anzi potremmo definirla il pantheon della musica bresciana: vi sono sepolti infatti Gasparò da Salò, considerato tra gli inventori del violino, Benedetto Marcello e Costanzo Antegnati.

Una visita la merita anche Santa maria della Carità in via Trieste (27) dove si può ammirare la riproduzione della casa di Nazareth di Loreto.

Fondamentali nella storia di Brescia sono le sue piazze, come ad esempio quella della Loggia, legata a momenti fondamentali della storia cittadina. Sul luogo dove oggi sorge la cosiddetta statua della Bella Italia, svettava la colonna col leone di San Marco, ai tempi del dominio veneziano e qui si ergeva il patibolo o si accendevano i roghi, come quello su cui morì nel 1518  Benvegnuda Pincinella (9), accusata di stregoneria. Altra donna che guarda la piazza, sotto le volte della Loggia è la Lodoiga (10), una statua che nei secoli passati è stata l’equivalente di Pasquino a Roma, riferimento per battute e lazzi dei nostri antenati. Incastonata sul palazzo del Monte di Pietà è una lapide romana dedicata a Nonio Macrinio (11), generale che ha ispirato la figura del protagonista del Il gladiatore con Russell Crowe.

Tanti i personaggi famosi che hanno visitato Brescia nei secoli. A fine Settecento ad esempio Napoleone Bonaparte (12) che tornò diverse volte nella nostra città. Dormì in quella che ora è la caserma Goito, mentre sua moglie Giuseppina nel palazzo dei Bettoni Cazzago.

Su corso Zanardelli sorge poi il teatro Grande (13) così detto perché dedicato proprio a Bonparte il Grande. 

A Brescia soggiornò anche il nipote di Napoleone ovvero Napoleone III (14), ospite a palazzo Lechi in corso Magenta, durante le giornate della Seconda guerra di indipendenza. In quell’occasione volle passare una giornata con fra Maurizio Malvestiti, il religioso che era stato suo maestro ed il frate che salvò Brescia dalla distruzione al termine delle X Giornate del 1849.

Tornando a piazza del Foro abbiamo palazzo Martinengo dove viveva Marzia Martinengo, l’amata musa ispiratrice e mecenate di Ugo Foscolo (15), che soggiornò spesso a Brescia. Sempre in piazza del Foro visse lady Montagu (16), che contribuì a far scoprire il lago di Iseo e la nostra provincia al pubblico inglese. A palazzo Raimondi, invece, visse Stendhal (17) che definì il Grande uno dei teatri più belli d’Italia.

In vicolo San Clemente, quasi vicino di casa del Moretto (3) , nel Rinascimento abitava Agostino Gallo (18) che con Camillo Tarello è tra i padri dell’agricoltura moderna europea.

Da Brescia Giacomo Puccini (19) rilanciò la Madama Butterfly, che all’esordio aveva raccolto pochi consensi. Il maestro definì poi la nostra città «Colta e amabile».

Brescia terra anche di matematici e scienziati: Nicolò Tartaglia (20) è ricordato con una targa sul Duomo vecchio, Benedetto Castelli, discepolo di Galilei, con una lapide fuori dal convento di San Faustino mentre Luigi Gussalli (21), pioniere dei viaggi nello spazio (a lui è dedicata un'aula alla Nasa) abitò in via Monte Suello.

Nel Duomo vecchio riposa nel suo sarcofago in marmo rosso di Verona Berardo Maggi, vescovo e signore della città, nato nella Curt dei pulì (22), cara alla nostra tradizione popolare.

Forti i legami con la storia risorgimentale: la statua equestre di Garibaldi ricorda il punto dove entrò l’eroe dei due mondi, quello che il Carducci definì il biondo marinaio di Nizza.

A Carducci peraltro Brescia deve la diffusione della definizione di Leonessa d’Italia, guadagnata durante l’insurrezione delle X Giornate. Sullo stemma cittadino compare infatti un leone rampante ma la licenza poetica del Carducci l’ha trasformato in una leonessa. 

Legato al mondo garibaldino Giuseppe Cesare Abba (23), autore di memorie delle imprese di Garibaldi,  ricordato da un cippo all’ingresso di via Gramsci, per ricordare il luogo dove morì il 6 novembre 1910, la nostra camicia rossa d'origine piemontese, ma bresciana per scelta.

In via Trieste nacque invece Giuseppe Zanardelli (24), volontario nelle lotte risorgimentali, ministro nel Regno d’Italia, abolitore della pena di morte nel nostro codice penale e persona a cui fu dedicato il classico della canzone napoletana Turna a Surriento.

Anche Mozart visitò il Bresciano, ma a quanto sappiamo non arrivò in città ma si fermò nella tenuta dei Lechi a Montirone.

C'è anche una Brescia sottorranea (26) fatta di corsi d'acqua e di storia. Questo tour è possibile grazie a Brescia Underground.

E per terminare in modo brioso, parliamo di birra perchè nella nostra città venne creato il primo birrificio d'Italia: il mastro birraio Franz Xavier Wührer, con spirito d'iniziativa e imprenditoriale capì il potenziale che poteva avere un birrificio a Brescia, città dove erano presenti molti soldati dell'impero Asburgico, grandi consumatori di birra. Nel 1829, in via Trieste (25) crea la Wührer che suo figlio Pietro, nel 1889 porterà alla Bornata. E si racconta che l'accoppiata pizza-birra sia nata proprio nella Leonessa.

 

 

 

 

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