GdB & Futura

Da Vinci 4.0, quando un chip sottocutaneo non deve far paura

Massimo Temporelli ha fatto lezione a Lonato alle quinte del Cerebotani, tra tecnica e meraviglia
DA VINCI 4.0 A LONATO
AA

Dalla selce lavorata e trasformata in un rudimentale utensile al chip sottopelle che sostituisce l’abbonamento dell’autobus o la carta d’identità. Tra i due oggetti, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, esistono differenze abissali.

Ci sono però anche delle similitudini. Entrambi infatti sono tecnologie, la prima in grado di cambiare una specie, quella umana, la seconda pensata per facilitarla. Perché sebbene il microprocessore sottocutaneo possa intimorire e far sovvenire scene da film in pieno stile Matrix, il suo utilizzo è già diffuso, ad esempio in Germania.

«Al suo interno possono essere inserite informazioni come i dati anagrafici, il gruppo sanguigno e persino un abbonamento ad un mezzo di trasporto» conferma Massimo Temporelli, cofondatore di TheFabLab ed esperto di tecnologia, protagonista del penultimo incontro di GdB Da Vinci 4.0, ospitato ieri dall’istituto tecnico Luigi Cerebotani di Lonato del Garda.

 

  • Alcuni momenti della giornata al Cerebotani
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«A primo impatto non può non spaventare (anche perché la casa che produce l’oggetto mostrato da Temporelli si chiama nientemeno Dangerous Things ndr), ma lo stesso si può dire di tutte le invenzioni che hanno trainato le diverse rivoluzioni industriali».

Macchina a vapore, catena di montaggio, microprocessore ed ora l’intero universo del 4.0. «Ricordatevi che si tratta di una nuova rivoluzione e come tale non può essere predetta e delineata in tutti i suoi aspetti - ha spiegato ai ragazzi degli indirizzi di Meccanica-meccatronica e Telecomunicazioni del Cerebotani, partecipanti alla quarta tappa del progetto promosso dal Giornale di Brescia in collaborazione con Talent Garden -. Non solo invaderà tutti gli aspetti della vita dell’uomo, dalla fabbrica alla casa, ma in brevissimo tempo potrà modificarsi e cambiare connotati».

Fino a non più di due anni fa le tecnologie definite abilitanti erano ad esempio un determinato numero, dal cloud computing ai robot collaborativi passando per big data, solo per citarne alcune, «ma a queste se ne sono già aggiunte altre, quali blockchain e intelligenza artificiale, e ulteriori arriveranno - ha confermato l’imprenditore digitale -. Nessuna però si può reggere da sola, perché quando si parla di 4.0 si intende un ecosistema dove tutte le componenti interagiscono. Diffidate dunque da chi dice che "ha fatto il 4.0" solo perché ha preso una macchina innovativa o ha installato dei cobot».

La rivoluzione tecnologica, che digitalizza il mondo materiale e degli atomi, è per sua natura trasversale. «Pensate ad esempio a una stampante 3d - ha spiegato Temporelli -. Al suo interno condensa nozioni di fisica, di chimica, di artigianato, di manifattura, di informatica, di design. È un oggetto che parla molte lingue». Lo stesso sono chiamati a fare i lavoratori del prossimo futuro.

«Abbiamo scelto Leonardo Da Vinci come ispiratore del nostro progetto e non solo perché cade il cinquecentesimo anniversario della sua morte - ha osservato -. Lui era un artista e un inventore, un poeta, un matematico, un anatomista. Lui era ed è l’esempio perfetto della multidisciplinarietà». Lo stesso saranno gli operatori delle fabbriche 4.0, i quali dovranno saper interagire con un robot così come con i sensori e i dati da essi prodotti, piuttosto che con un’intelligenza artificiale. Non scomparirà totalmente la specializzazione né ogni mestiere attualmente esistente verrà cancellato, ma l’avvento pervasivo delle tecnologie ne limerà l’importanza, concedendo maggior spazio alla capacità delle persone di coordinare e gestire i processi integrati e interconnessi.

 

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