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La space economy che potrebbe tornare utile alla Terra

Si è parlato di economia dello spazio a Confindustria Brescia. Tra gli ospiti la startup bresciana Apogeo Space
Spazio - © www.giornaledibrescia.it
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Il prossimo futuro delle tecnologie spaziali potrebbe partire dalla Terra e avere il nostro pianeta anche come destinazione finale. Per esempio, si potrebbero utilizzare satelliti molto piccoli per l'agricoltura 4.0, ma anche per gestire le mandrie negli allevamenti e monitorare le foreste per prevenire gli incendi.

Sono alcune delle suggestioni che offre il lavoro della startup bresciana Apogeo Space, tra gli ospiti intervenuti ieri all'evento «Da Brixia allo Spazio: viaggio nella space economy», promosso da Confindustria Brescia in collaborazione con InnexHUB e con il patrocinio della Camera di Commercio di Brescia e di Punto Impresa Digitale per parlare di economia dello spazio, l'insieme di attività legate allo spazio che producono valore economico per l'umanità. 

Uno sviluppo possibile nell'ambito delle tecnologie spaziali è quello studiato appunto da Apogeo Space. «Siamo una start up che mira a realizzare la prima costellazione di picosatelliti, satelliti con dimensioni molto ridotte da 10x10x3 centimetri - ha spiegato Guido Parissenti, ceo di Apogeo Space -. Saranno rivolti all'IoT, che nei prossimi anni conoscerà un importante sviluppo: basti pensare all'agricoltura 4.0, che avrà sempre più bisogno di dati, oppure alla crescente richieste di connettività legata alla gestione delle mandrie negli allevamenti, per conoscere esattamente la loro posizione. La nostra costellazione finale, composta da un centinaio di satelliti, dovrebbe essere in grado di raccogliere questi dati, garantendo appunto una connettività costante e completa, a cui puntiamo di arrivare nel 2027».

Si parla di economia dello spazio ormai da alcuni anni, anche grazie ad attori privati come SpaceX e Blue Origin che muovono immensi capitali per gestire attività prettamente spaziali, come i lanci di vettori innovativi o la costruzione di megacostellazioni satellitari all'avanguardia. «Lo spazio è molto più vicino a noi di quanto pensiamo - ha confermato in via Cefalonia Anilkumar D. Dave, Space Economy Advisor VC Partner, già Head of Technology Transfer Unit, Agenzia Spaziale Italiana -. Secondo le statistiche ogni giorno utilizziamo dalle 25 alle 30 volte tecnologie di origine spaziale, basti pensare alle app di navigazione satellitare. Per il futuro ci sono molte ulteriori possibilità: ad esempio, l'idea di applicare le modalità studiate per la mobilità lunare nel trasporto di acqua e cibo all'interno dei villaggi africani».

Stando ai numeri illustrati da Marco Di Clemente, Head of Technology Unit Agenzia Spaziale Italiana, in Italia ci sono circa 200 piccole-medie imprese impegnate nel settore spazio e due centri di incubazione, a Roma e a Torino. Nel complesso il settore della space economy vale oggi quasi 400 miliardi di dollari a livello globale, ha ricordato Nicola Pizzolorusso, Head of Product Marketing di Telespazio.

A motivare l'incontro di Brescia è stata una volontà di Confindustria di «avvicinare il mondo industriale a tecnologie apparentemente lontane, cercando applicazioni concrete, per la vita dell'impresa di tutti i giorni», con le parole di Stefania Triva, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Innovazione e Sviluppo Digitale.

 

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