Cucina

Due chef bresciani nella classifica 2023 dei «Migliori ristoranti italiani nel mondo»

Sono Denis Lucchi, del Buona Terra di Singapore, e Nicola Fanetti, del Brace di Copenaghen. La classifica di «50 Top Italy»
Lo chef bresciano Denis Lucchi
Lo chef bresciano Denis Lucchi
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Nell'Olimpo della cucina italiana nel mondo ci sono due bresciani ai fornelli. Sono Denis Lucchi, chef del Buona Terra di Singapore, e Nicola Fanetti del Brace di Copenaghen. Nella classifica 2023 dei «Migliori ristoranti italiani nel mondo» svelata in questi giorni da «50 Top Italy» figurano rispettivamente al decimo e al 32esimo posto.

Denis Lucchi a Singapore

Per Lucchi, originario di Toscolano Maderno, è una grandissima soddisfazione: «Siamo molto felici - commenta lo chef -. L'anno scorso eravamo 35esimi, quest'anno abbiamo scalato 25 posizioni. Non immaginavamo che un ristorante come il nostro, che esiste da dieci anni, riuscisse nell'impresa. È stata quindi una bella sorpresa. Siamo orgogliosi di rappresentare l'italianità all'estero».

Denis Lucchi del Buona Terra di Singapore - Foto © www.giornaledibrescia.it
Denis Lucchi del Buona Terra di Singapore - Foto © www.giornaledibrescia.it

«50 Top Italy» elogia numerosi piatti del Buona terra: «Il carpaccio di ricciola con mandarino calabrese, mano di Buddha (un frutto esotico), caviale di agrumi e neve di rafano, scampi con lardo, colatura di alici e bagna cauda, danno la cifra stilistica dello chef e ci convincono - leggiamo -. Da provare tra i signature dish la mitica carbonara con tuorlo d'uovo marinato e tartufo nero. La cantina è uno dei punti di forza di questo ristorante, grandi marchi italiani, ma anche tante etichette dal mondo, con profondità e varietà nei formati grandi».

Nicola Fanetti a Copenaghen

Fanetti arriva da Malonno. È diplomato all'Alma e vanta un'esperienza lavorativa al Miramonti L'Altro di Concesio con Philippe Léveillé (due stelle Michelin). A Copenaghen è lo chef del Brace. «L'ispirazione italiana - scrivono gli esperti di 50 Top Italy - si nota bene in alcuni piatti. Si gioca con le forme, la carbonara servita in piccola tarte sorprende e fa sorridere, poi si torna subito seri quando notiamo in bocca il sapore vero e deciso del piatto simbolo italiano, lungo, saporito, setoso. La materia è principalmente danese, le tecniche moderne sono un vero strumento nelle mani dello chef per un risultato di grande eleganza sia estetica che gustativa. Il gusto va verso la cultura danese ma presentandosi con un profumo italiano».

La cucina bresciana in classifica

«50 Top Italy» elogia i bresciani all'estero, ma anche la cucina made in Brescia. Nella classifica dei «Migliori ristoranti italiani 2023 - Luxury», ricordiamo, il Grand Hotel a Villa Feltrinelli di Gargnano (due stelle Michelin) è nientemeno che al secondo posto per la gioia dello chef Stefano Baiocco. Il Lido 84 di Gardone Riviera del grande Riccardo Camanini (una stella Michelin) è 18esimo nella categoria dei «Grandi ristoranti». La sua cucina, leggiamo, «è concreta, fatta di materia e tecnica».

Elogi anche per l'estroso chef Albero Gipponi: la sua Dina di Gussago è al quarto posto nella sezione «Cucine d'autore». «I piatti sono originali - sentenziano gli esperti -, frutto di ricerca e sperimentazione. Davvero particolare la tecnica di cottura che fa sembrare cruda anche la pasta che in realtà è cotta: è così che si ha la possibilità di degustare il casoncello "crudo ma cotto" o una crostata di frutta e crema, con la pasta frolla però ancora morbida come appena stesa. Il servizio è impeccabile, la carta dei vini ampia».

 

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