Cucina

Il bresciano Gipponi è «sorpresa dell’anno» per Identità Golose

Per la guida edizione 2019 lo chef a capo del ristorante Dina di Gussago ha meritato il riconoscimento
Il post su Instagram di Identità Golose che comunica il premio - Foto tratta dai social
Il post su Instagram di Identità Golose che comunica il premio - Foto tratta dai social
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Il bresciano Alberto Gipponi è «sorpresa dell’anno» per la Guida Identità Golose, edizione 2019. Il 38enne a capo di Dina, ristorante a Gussago, sarà protagonista questa sera della cena esclusiva proprio di Identità Golose Milano accanto ad altri tre premiati di oggi: Gianluca Gorini (il miglior chef), Karime Lopez (la miglior chef) e Lucia De Prai (miglior chef pasticciere).

La pubblicazione, online e gratuita come ormai da quattro anni, è stata presentata stamattina al Gallia di Milano. Sul palco Paolo Marchi e Claudio Ceroni, fondatori di Identità. La Guida per la prima volta sfonda quota mille insegne raccontate (non recensite: proprio raccontate), con 85 pizzerie.

«Un grande successo - ha commentato Ceroni - in ottobre i nostri due eventi negli Stati Uniti, ovvero Identità New York e per la prima volta Identità Los Angeles. Abbiamo appena concluso un road show dedicato al mondo della pasticceria e organizzato con Coin nei CoinCasa. Confermiamo il nostro grande appuntamento con il congresso Identità Milano, dal 23 al 25 marzo prossimi, quindicesima edizione, il tema sarà Fattore Umano: costruire nuove memorie. Senza dimenticare, last but not least, che da settembre scorso siamo partiti con Identità Golose Milano, il primo hub internazionale della gastronomia, un impegno molto intenso ma che ci riempie d'orgoglio».

Per Gipponi invece il riconoscimento di Identità Golose «ha un sapore speciale, dal momento che questo è il luogo dove i cuochi parlano ai cuochi. Il lavoro di Dina è appena iniziato, io e i miei ragazzi sappiamo che la strada è ancora lunga, ma ce la mettiamo tutta. Grazie a tutti coloro che ci hanno manifestado affetto, a cominciare da Davide Oldani, Enrico Cerea e Riccardo Camadini».

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